D-Rose, 12 anni fa l'infortunio che ha creato uno dei più grandi what-if della storia NBA

D-Rose, 12 anni fa l'infortunio che ha creato uno dei più grandi what-if della storia NBA

Il 28 aprile 2012, esattamente 12 anni fa, avveniva l'indimenticabile, purtroppo, infortunio che ha condizionato la carriera di uno dei più grandi "what if" della storia NBA: Derrick Rose. Alla fine di Gara 1 del primo turno dei Bulls contro i Sixers, Derrick Rose è atterrato in terra in una penetrazione e ha riportato la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. L'MVP NBA in carica è apparso subito gravemente infortunato, zoppicando verso la linea di fondo e finendo per sdraiarsi a terra. Dagli spalti il coro di "MVP, MVP, MVP" si ferma, il problema è grave ed è subito evidente. Rose era al suo secondo anno nella Lega: nel primo, come detto, era diventato il più giovane giocatore a vincere un Mvp della stagione nella storia della NBA.

Dopo l'infortunio, Rose si è rivisto sui campi NBA il 29 ottobre 2013. Oltre un anno e mezzo dopo da quella sera. Aveva ricevuto il via libera a marzo, decidendo però di posticipare. Purtroppo quello con Philadelphia fu solo l'inizio di un calvario. Un mese dopo dal suo rientro, il 22 marzo 2013, l'infortunio al menisco mediale del ginocchio destro. Dieci gare esatte dal suo rientro. Altro lungo stop per il prodotto di Memphis, rientrato solo all'inizio del 2014/15. Di quel Rose Mvp già c'erano pochi sprazzi. Poi, a febbraio 2015, un'altra batosta: nuovo infortunio allo stesso menisco. 

Nonostante tutto D-Rose è riuscito a rimanere per tanto tempo nella Lega. Nel 2023/24, a 35 anni, ha giocato 24 gare con i Memphis Grizzlies. Lo scorso anno 27 con New York e quello prima 26, sempre con i Knicks. Un totale di 723 partite per una carriera che sarebbe potuta essere ben differente. La storia di un giocatore che sembrava destinato a cambiare una Lega, ma che alla fine è stato tormentato dalla sfortuna. E il ricordo di quelle prime quattro stagioni nella Nba di un eccezionale giocatore è ancora vivo, tanto che la sua maglia è rimasta - e rimane - tra le più vendute in tutto il mondo.