FIBA-EuroLeague War: Baumann attende il responso della Commissione Europea

FIBA-EuroLeague War: Baumann attende il responso della Commissione Europea

Patrick Baumann, segretario generale della FIBA nell'imminenza delle gare della finestra di novembre per la qualificazione alla World Cup 2019 in Cina, rilancia la polemica con EuroLeague Baskeball per l'utilizzo dei giocatori di quella competizione da parte delle squadre nazionali e fa il punto su una vicenda che potrebbe avere una accelerazione verso una soluzione dal pronunciamento che dovrebbe fare a breve la Commissione Europea. Ecco alcuni passaggi dell'intervista riportata dal Corriere della Sera.

Commissione europea.  "E’ da 18 mesi che deve decidere, è tempo che si arrivi a una conclusione. Non abbiamo paura di nulla e siamo tranquilli. Pensiamo che l’Eurolega voglia rompere il sistema dello sport continentale, calcio incluso. Noi difendiamo prima di tutto il modello sportivo europeo e le Nazionali: chi vuole boicottare questo modello, se ne assuma la responsabilità. Dica ai tifosi, ai vari ministri che negano i giocatori per questioni ridicole come non trovare spazio per 4 partite di squadre nazionali durante 8 mesi di competizione, quando altri sport lo fanno da anni".

Contatto. "L’Eurolega gioca al rialzo regolarmente per imporre la sua linea: sarà sempre così. Abbiamo vissuto due-tre anni a fisarmonica: per ragioni mediatiche e di tempistica si avvicinano, poi con un falso pretesto rompono tutto, semplicemente per evitare un accordo e far avanzare le loro idee".

Chi aumenta lo stress dei giocatori. "E' Bertomeu che, da anni, aumenta le partite: da 22 a 37 negli ultimi 12 anni. E Le aumenterà ancora perché vuole arrivare a un torneo da 18-20 e infine a 24 squadre... Decide lui come vuole, con 6 club. Le Nazionali sono le Nazionali. Sono l’essenza degli sport di squadra. I giocatori vogliono esserci. E’ innanzitutto un onore. In alcuni Paesi, come in Spagna, è persino un obbligo legale, quindi non imposto dalla Fiba. Però il signor Bertomeu fa scrivere a un giornalista “che il fatto che ci sia una legge non significa che sia legale”: be’, allora stiamo parlando di un altro mondo, rivoluzionario, anti-istituzionale; ma non lo capisco".

Posizione del Cio. "(Con questo attacco) è automaticamente è messo in discussione il principio del movimento dello sport in Europa e, nel nostro caso, anche la possibile classificazione di una squadra alle Olimpiadi. Il Cio non difende le federazioni a prescindere, ma la posta in gioco ora è alta e non riguarda solo la pallacanestro".

Posizione della Spagna. "La Spagna è intrappolata. Ci sta: non è un’Euro-lega, ma una lega Acb-mediterranea allargata, protetta e governata da alcuni club spagnoli. Lì non avremo mai ragione. In varie conversazioni avevo invitato Bertomeu a trasferire l’Eurolega in Svizzera, dove operiamo noi, ma ha sempre rifiutato».

Accordi possibili?  "Il signor Bertomeu e alcuni club non vogliono le Nazionali in mezzo alle stagioni. Punto e basta. Ci può essere una Camp… David Stern, giocando con il nome dell’ex commissioner della Nba, ma non serve a nulla. L’Eurolega non vuole nessuno tra i piedi: quale Camp David si può fare? Ogni proposta presentata dall’Eurolega va sempre nello stesso senso, ridurre lo spazio per le Nazionali per aumentare il suo e distruggere i campionati nazionali. Ha passato il Rubicone e la pallacanestro europea non può permettersi che si vada oltre".

Calendario. "L’Eurolega ha deciso di boicottare le squadre nazionali con il suo calendario, emesso solo a luglio di quest’anno, quando noi abbiamo cominciato a discuterne nel 2012 e l’abbiamo finalizzato nel 2015. Bertomeu fa un diktat e tutti devono seguirlo".

Confronto con la NBA. "L’Eurolega è per caso la Nba? Se il presidente dell’Eurolega fosse Adam Silver, lo capirei anche. Ma si chiama Jordi Bertomeu e non ha 7,5 miliardi da gestire annualmente, né condivide la maggior parte dei suoi introiti con i giocatori. Non facciamo paragoni ridicoli con una lega nazionale che esiste da 70 anni in un sistema dove i giocatori sono sviluppati da scuole e università. Viviamo tutti in un mondo basket che ha la fortuna di avere la Nba. E sarà la lega cinese, tra un po’, ad essere la lega più vicina alla Nba. Il resto sarà e rimarrà ad un terzo livello. Né io né lui vedremo un’Eurolega simile alla lega pro Usa. La Nba è un business puro e duro, ma con voglia di cooperare e fare crescere lo sport nel mondo intero. L’Eurolega vive sul mecenatismo e guarda solo se stessa, senza alcuna voglia di cooperazione».

Scelta dei giocatori per le Nazionali ."Più della metà dei giocatori europei della Nba che erano selezionabili non hanno giocato in estate all’Eurobasket. Riducendo gli impegni globali in un ciclo, vorremmo invece invertire questa tendenza e avere tutti presenti alla Coppa del Mondo, ai Giochi o all’Europeo. Io credo che la posizione di Recalcati su questo tema rifletta esattamente la posizione Fiba. Stiamo lavorando per produrre nuovi giocatori, nuovi mercati, nuovi esempi di crescita come la Finlandia. Il sistema obbliga le federazioni a lavorare in questo senso. Paradossalmente è persino buono per l’Eurolega, che si lamenta della perdita di talenti verso altri orizzonti, ma allo stesso tempo favorisce una politica nella quale ci sono squadre senza giocatori del loro proprio Paese nel quintetto di base".

Critiche dei giocatori. "Quando si cambiano le cose, è normale che ci si senta disorientati. Ma il nostro sistema permette di far riposare di più i giocatori d’estate, di portare lo spettacolo in 80 Paesi, di creare interesse in mercati dove non esiste il legame tra lo spettatore e la sua Nazionale. A chi vendo la Nazionale in un solo mese d’estate e senza giocare in casa? Il focus è sulla crescita globale del basket. I giocatori sono in una situazione impossibile, che mi rattrista. L’Eurolega ha aumentato le sue partite senza guardare in faccia nessuno, tanto meno i giocatori. Noi abbiamo ridotto il loro carico di lavoro. La situazione di oggi in Europa è una decisione dell’Eurolega, non della Fiba".

L'intervista completa del Corriere della Sera è qui (link)