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FIP, vittoria Petrucci: chi ha buone idee continuerà a tenersele per sè

di Umberto De Santis

Giovanni Petrucci ha vinto le elezioni per il rinnovo della presidenza FIP, viva Giovanni Petrucci. Elezioni stranissime: negli ultimi 13 anni non si era stati abituati a una competizione per mancanza di candidati alternativi, e in questa abbiamo visto l'arrivo di un uomo della stessa istituzione, un candidato interno, Guido Valori. In più abbiamo visto lo stravolgimento ad personam delle regole elettorali, così da vedere ridotta al lumicino la credibilità del sistema di potere dell'ambito sportivo, diretta fotocopia di quello politico nazionale.

Ma dare la colpa della sconfitta di Valori - che pure non doveva vincere in questa tornata ma solo non fare arrivare l'avversario al 66% dei voti - alla capacità di inciucio e vittimismo del presidente uscente, sarebbe una analisi riduttiva. Se pensava che 13 anni di gestione Petrucci avessero messo in ambasce la pallacanestro italiana avrebbe dovuto essere più diretto nell'approcciare la problematica, mostrare carisma, convincere prima chi non sarebbe andato a votare ma che avrebbe fatto indiretta pressione sul centinaio di elettori.

Già, perché il sistema elettorale consente a un gruppo, numericamente sparuto nel totale dei tesserati FIP, di concentrare i voti. Per cui molto si gioca dietro le quinte, tampinando i possibili incerti, promettendo facilitazioni future o riscuotendo crediti pregressi. In questo senso l'autogol di Maggi, ex presidente della Lombardia, ha fatto scuola. Avrebbe fatto meglio a dire di si alla richiesta estiva di sostegno del presidente e riservarsi a momenti più vicini al voto elettorale l'endorsment a Valori. Forse c'era un problema di tempi per presentare la candidatura.

Petrucci ha parlato in conferenza stampa di cattiverie nei suoi confronti che hanno fatto male a lui e alla sua famiglia, ma non c'è dubbio che una azione penale come quella in corso è una spada di Damocle che pende sulla federazione, ne sminuisce la credibilità, potrebbe avere sviluppi negativi in un prossimo futuro che non sarebbe così lontano. Tutto calcolato, quindi, dal vecchio detto: il potere logora chi non ce l'ha. Qualcuno alla fine di queste righe si chiederà il senso di un editoriale che non si occupa della pallacanestro italiana, quella vera, quella delle società in difficoltà, di un femminile in crisi perenne, della fuga dei talenti nei college statunitensi e via dicendo. Ma è quello a cui personalmente abbiamo assistito nell'assembla FIP di sabato scorso. Così chi può avere buone idee per il futuro continuerà a tenersele per sè, visto che quelle finora passate non sono state utilizzate e, se nel caso, utilizzate male.


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