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Il triste flop delle italiane di EuroCup, mediatico e gestionale, spia del movimento

di Umberto De Santis

Prima Trento, poi Torino (incapace di riportare una vittoria nella regular season, povera esperienza già fatta da Sassari qualche anno fa in EuroLeague tuttora record negativo della manifestazione) e alla fine anche Brescia, sulla cui prestazione Diana non ha avuto la forza di fare un commento, forse perché non trovava parole dure che non risultassero offensive fino a un punto di non ritorno. 

Questo è ovviamente il livello medio della pallacanestro italiana, con la conferma che al netto degli errori di programmazione delle singole squadre e a dispetto di qualche inopportuno proclama di grandezza, il movimento nella sua testa è in fase di profonda regressione. In Champions League Avellino, Virtus Bologna e Venezia si difendono; in FIBA Europe Cup Sassari e Varese si giocano delle buone chances di andare avanti. Ma nessuna sembra presentare il carisma e i risultati di una formazione dominante nella propria manifestazione.

Qual'è il lato debole? Tutti. La mancanza di sponsor di respiro internazionale (a parte la Fiat, ovviamente). Gli errori di programmazione e la scarsa capacità di trattenere atleti per costituire un nocciolo duro negli anni. La scarsa capacità di fare comunicazione come sistema prima nel campionato nazionale poi in coppa. Ieri sera l'esempio più eclatante è venuto dalla società che dovrebbe essere meglio organizzata all'uopo: l'Olimpia Milano. Sul profilo Twitter una sorta di play by play senza foto e senza immagini. Un profilo da poveracci se confrontato con quello del Bayern Monaco. E' dura tenere alta l'attenzione del pubblico con la concorrenza che c'è in giro. Per tacere poi del profilo Facebook... se si lascia l'impressione all'utente di voler solo arruffare due parole per non perdersi la cena del dopogara non si va da nessuna parte!

Senza interesse non c'è pubblico - notate bene: non senza vittoria! - non si creano risorse aggiuntive, ci si infila in dubbie situazioni come quelle che siamo costretti a scrivere oggi e che si chiamano Avellino, Cantù, Siena. Infine la perla mediatica di Legabasket, che così male vuole al suo movimento. Facundo Campazzo mette una tripla allo scadere del tempo da casa sua in ACB. Dieci minuti dopo è su tutti i media possibili e immaginabili, e si sprecano le similitudini con una fatta da Luka Doncic nel recente passato. In Italia Scott Bamforth mette tre triple in sessanta secondi e riapre una gara già praticamente finita contro l'Olimpia Milano, la formazione più forte. Se provate a scrivere nella ricerca di Google le parole "scott bamforth, sassari, milano, 16 dicembre" non riuscirete a vedere un video sulla sua straordinaria performance. Lo so, l'ho fatto un minuto prima di scriverlo. E dopo un giorno con tutto quello che esce in giro per il mondo - siamo globalizzati, sapete? - è merce vecchia che non interessa più nessuno. Questa è altissima comunicazione: che c***o deve fare uno per farsi notare?

 


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