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Impegno e dedizione: la lezione dei giocatori spagnoli a quelli americani

di Umberto De Santis

In attesa di conoscere se il ranking FIBA sancirà per la prima volta il sorpasso di un Paese, la Spagna, sugli Stati Uniti, che da sempre occupano la posizione numero #1, vediamo di capire la differenza tra la vittoria finale dei primi e il pessimo settimo posto dei secondi. Essa si può riassumere con due parole: dedizione e impegno.

I giocatori spagnoli avrebbero avuto a disposizione le stesse scusanti adottate dagli statunitensi per sottrarsi all'impegno della World Cup. Stelle, stelline e stelle nascenti, 35 andando a memoria, si sono via via sfilacciate dalle convocazioni di Gregg Popovich.

Marc Gasol viene da 79 partite in NBA, un cambio di squadra traumatico nel mezzo della stagione, una corsa al Larry O'Brien Trophy da stancare un bisonte. In più la Nazionale spagnola lo ha trascinato in tournèe negli USA e in Europa prima di approdare in Cina.

Ricky Rubio dovendosi integrare nella nuova squadra dei Phoenix Suns avrebbe avuto buona ragione per declinare l'invito.

Willy Hernangomez sta entrando nell'ultimo anno di contratto con gli Hornets, Juancho viene da un intervento chirurgico dello scorso maggio a Denver.

Rudy Fernandéz, presente nel titolo del 2006, avrebbe anche l'età per rinunciare, come ha fatto ad esempio Sergio Rodriguez.

Claver e Llull, entrambi ex Trailblazers, hanno già 31 anni...

In più sapevano che avrebbero trovato un Team USA infarcito di superstars, che li avrebbe vanificati all'ennesimo secondo posto, come succede da anni sia ai Mondiali che alle Olimpiadi, ma non si sono per nulla tirati indietro. Anche se avevano molte buone ragioni per non presentarsi.

In Cina, Sergio Scariolo ha potuto contare su cinque dei membri del suo team a Rio 2016: Ricky Rubio, Sergio Llull, Rudy Fernández, Víctor Claver e Willy Hernangómez. Altri di quel gruppo avevano già rappresentato la Spagna nei precedenti tornei - comprese le Olimpiadi di Londra 2012 - mentre l'inizio con la Nazionale per Fernandez e Gasol risale al 2006.

Team USA, al contrario, ha schierato un solo giocatore con precedenti esperienze olimpiche: Harrison Barnes. Gregg Popovich ha trascorso gran parte di questa agitazione estiva sulla relativa mancanza di esperienza condivisa della sua squadra. Due squadre diametralmente opposte, due risultati diametralmente opposti. 8-0 il record della Spagna, settimo posto per gli USA. Chissà se le stelle della NBA - e tutto il controno, dagli agenti dei giocatori ai proprietari delle squadre - avranno capito la lezione.


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