LBA - A marzo i sogni di gloria, a giugno i conti che non tornano
I 40 giorni che seguono la disputa delle coppe Nazionali e dell'ultima finestra FIBA sono da tanti anni decisivi per le sorti nei tornei ai cui partecipano le varie squadre, sia che si tratti dei campionati nazionali che delle coppe europee.
Quest'anno, se possibile, l'incidenza aumenta per due motivi legati alla pandemia. La contrazione dei tempi dovuta ai rinvii di tante gare e alla presenza ingombrante dell'appuntamento olimpico è il primo. L'assenza del fattore campo, che fino a ieri aiutava a ridurre il gap di alcune formazioni meno "danarose" con l'influsso ambientale.
Non a caso, sentirete parlare i dirigenti di qualsiasi club come di un mese di marzo in arrivo "infernale", di un "tour de force", dell'impatto particolarmente pesante dei giocatori infortunati.
A tutto questo, almeno per il campionato italiano, ci dobbiamo aggiungere l'incertezza che arriverà il prossimo maggio quando il presidente LBA Umberto Gandini andrà a presentare i nuovi criteri per iscriversi al campionato 2021-22 con i nuovi criteri delle "licenze".
Interessante, stamani, il dubbio che si pone La Prealpina riguardo alla possibile assenza di sostenibilità finanziaria della Pallacanestro Varese nel prossimo futuro.
A fronte "degli investimenti sul palasport già deliberati da Regione Lombardia, il progetto Academy seguito da Gianfranco Ponti e i manager funzionali in ruoli non legati alla sola area tecnica" a cui il club lombardo pare già corrispondere a quelle che saranno l richieste di Gandini, "l'aspetto finanziario è un cruccio attuale senza ricavi da botteghino... la contrazione dei ricavi da sponsor a dispetto degli sforzi del consorzio e dell'aggiunta di ulteriori contributori... il problema atavico con bilanci in rosso dal 2014" spingerebbero Varese verso la rinuncia a una serie A con costi che si prevedono in crescita ulteriore.
Crediamo che togliendo il nome di Varese e mettendoci al suo posto quello di diversi altri club, il finale del discorso non cambierebbe. Anche per le società di A2 che aspirano al salto di categoria una valutazione complessiva farebbe emergere la difficoltà di poter reperire quella quadratura finanziaria per aderire a un sistema che comunque alla fine della stagione 2021-22 prevederebbe due squadre alla retrocessione vanificando ogni sforzo.
Ci verrebbe da pensare che le intenzioni del presidente di Legabasket siano ottime, ma non comprendiamo perché delle società dovrebbero accettare le nuove regole d'ingaggio contro se stesse in nome dell'altrui modernizzazione.
Si rischia di gettare il bambino con l'acqua sporca: in assenza di veri e corposi contratti di sponsorizzazione della Lega (Infront, datti da fare) e di un vero contratto televisivo cominciare a parlare almeno di un regime transit
orio darebbe credibilità a una idea altrimenti dalla surrealità fantozziana.