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Lega A - Dobbiamo approfittare delle ambizioni esterofile di Milano e Bologna

di Umberto De Santis

Il campionato di serie A di pallacanestro 2019-20, il numero 98, si propone come uno dei più interessanti da almeno cinque anni a questa parte, da quando tramontò lo stellone della Montepaschi. Olimpia Milano senza più outsiders visto che Armani aveva completato la sua trasformazione da mecenate sciocco a imprenditore accorto, alzando la posta per una riconoscibilità in EuroLeague persa da troppo tempo. La dittatura - come quella della Juventus nol calcio - non è arrivata per la capacità di altre squadre di approfittare delle defaillances della società gestita da Livio Proli, e le analisi sul caso si sono sprecate.

Adesso il ritorno di Messina e l'arrivo di Teodosic sono la punta dell'iceberg di un movimento che sembra aver improvvisamente ritrovato vitalità. Tanto che il superbo cavallo vorrebbe essere cavalcato da quanti tengono alla poltrona senza aver fatto nulla, o poco e male negli anni scorsi per questa apparente rinascita da paragonare a un sorso della pozione magica di Panoramix. E' emblematico che sotto i coriandoli della Supercoppa italiana Olimpia Milano e Virtus Bologna non ci fossero.

Ora i lettori di pianetabasket.com si guarderanno allo specchio e capiranno da soli di cosa stiamo scrivendo. In Italia si può dire il peccato e non il peccatore; e chi, nominato, si ritenesse offeso può adire alle aule di tribunale risultando vincente nella querela perché ovviamente essere incapaci non è un reato. Scriverlo di qualcuno invece si. Per questo moderate i commenti sui social media.

Ma tornando a questa magica esplosione del prossimo campionato, è bene che tutti abbiano presente che è momentanea e fittizia. Perché giustamente le ambizioni dell'Olimpia Milano e della Virtus Bologna si chiamano EuroLeague e se nel giro di un anno il resto del movimento non riuscirà a salire di livello in tutti gli aspetti della pallacanestro (non solo giocata ma anche fruita dalla grande comunicazione, per esempio) l'idea che è già sul tavolo di staccarsi dal campionato italiano in stile Olympiacos - idea già in atto in Grecia come tutti sappiamo - lascerà in braghe di tela il basket di vertice. Ettore Messina ha detto che 16 squadre sono troppe? Non è obbligatorio retrocederne alcune...

Senza un lavoro in profondità i presidenti delle altre squadre potrebbero ritrovarsi con un campionato piccole firme e investimenti che non rientrano in un batter d'occhio con società che già ora faticano a chiudere i bilanci in pareggio. Ci siamo coperti di ridicolo con il mondo - perdendo anche la credibilità - con la fuga in avanti dei proclamati palazzetti da minimo 5.000 posti rimangiati in favore di una accogliente saletta da thè nei palasport esistenti. Occorrono idee, da verificare e non strombazzare come se fossimo sempre in perenne campagna elettorale, occorrono risultati.


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