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Legabasket, finalmente il coraggio di (parzialmente) osare

di Umberto De Santis

Non possiamo essere che contenti, visto che è qualche anno che abbiamo invitato Legabasket a occupare gli spazi mediatici lasciati dal calcio soffocante e per una volta il consiglio è stato seguito. Carta canta e il web ha la memoria lunghissima in proposito. Bianchi plaude al successo del Christmas Day con 18.000 persone che sono andate a vedere le gare in programma e un Santo Stefano con cinque sfide che ha riempito un palinsesto cestistico che vedeva in campo soltanto la NBA. In attesa di capire bene cosa si sta facendo, aver scimmiottato gli americani certamente è stato un successo. Purché non sia arrivato troppo tardi, vista la parziale decozione del movimento sul piano economico e conseguentemente tecnico al suo massimo livello. L'anno prossimo occorreranno risorse aggiuntive per le due nuove formazioni che allungheranno il calendario, sapendo che quelle ad oggi disponibili non sono sufficienti (vedi Avellino, Cantù) per mantenere lungo l'arco dell'anno lo stesso livello delle partecipanti, e sperando che come per l'EuroLeague la quantità aggiunga qualche risorsa alle casse asfittiche. Senza un nuovo palazzo Venezia non potrà raggiungere la massa critica per rivaleggiare con Milano, solo per fare un esempio. Aspettiamo che ci comunichino i dati televisivi per aprire un approfondimento dell'impatto mediatico del Christmas Day che, guarda caso, ha puntato su due delle tre partite con i palazzetti più grandi e su un derby che non ha bisogno di pubblicità tra Varese e Cantù, visto che rappresenta una bella fetta della storia del basket in Italia.

 

 


 


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