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Sfuma il sogno più bello, ma non finisce l' avventura degli Azzurri

di Redazione Pianetabasket.com

(Mario Arceri) - Sfuma il sogno più bello, ma non finisce l'avventura. Oggi, appena poche ore dopo aver concluso il confronto con la Lituania, l'Italia torna in campo per la partita chiave del suo Europeo. Per gli azzurri nemmeno il tempo di metabolizzare il ko con i baltici - e forse è meglio - che sono già chiamati ad affrontare l'Ucraina di Mike Fratello nell'unica partita che, arrivati a questo punto, è necessario vincere.

E' la semifinale per il quinto posto, vincere significa qualificarsi di diritto ai Mondiali in Spagna del prossimo anno e all'Eurobasket di Kiev del 2015, risparmiando così soldi, fatiche e problemi. Perdere significa dover ricorrere all'insidiosissimo match di riserva (la finale per il settimo posto) che ci opporrebbe alla Serbia, della quale non si capisce molto bene come abbia fatto a precipitare in basso così in fretta dopo una più che discreta marcia d'avvicinamento alla fase conclusiva ad eliminazione...

O, meglio, si sa: ha dovuto affrontare una Spagna che si è ricordata all'improvviso di essere la prima potenza al mondo dopo gli Stati Uniti e ad ogni livello di età. Svegliata dagli schiaffoni presi dall'Italia, se ne è uscita con una lezione esemplare per i pivelli che Ivkovic aveva gestito così bene fino a quel momento. E poi ha dovuto incontrare la Slovenia, arrabbiatissima per aver dovuto lasciare alla Francia il posto tra le Top 4 che sognava di poter finalmente raggiungere sfruttando il potere del fattore campo. Dopo i 30 punti presi dalla Spagna, i 18 della Slovenia, accentuando la sensazione di caduta libera dalla quale potrebbe però liberarsi sabato quando si giocherà l'obiettivo residuo: il settimo posto, ultimo disponibile per il Mondiale del prossimo anno.

L'Italia dovrà quindi cercare di superare l'Ucraina che ha ceduto nettamente alla Croazia, sotto di 16 a metà partita, che sta studiando per presentarsi più che competitiva ai suoi Europei del 2015, che però è già temibile con i suoi illustri sconosciuti ai quali Fratello (quello che destò scandalo dopo i Mondiali dell'86 osando convocare ai camp estivi degli Atlanta Hawks Binelli e Magnifico), chiamato da Sasha Volkov, ha dato un buon gioco, divertente, fatto di tanta corsa e di buon tiro, ed anche di molti rimbalzi.

L'incognita per gli azzurri non sarà tanto la qualità degli avversari - comunque la meno alta delle otto finaliste -, quanto la capacità di recupero fisica, dopo la grande fatica di ieri sera, e mentale, dopo la delusione per un'eliminazione che era nella logica delle cose, ma che l'Italia ha dimostrato sul campo di poter evitare se solo avesse avuto più ossigeno a disposizione (e almeno un cambio in più di valore) nel momento cruciale.

Quel momento è coinciso con l'inizio del quarto periodo, che l'Italia avrebbe dovuto affrontare con molta più sicurezza, visto che per l'intera terza frazione aveva tenuto testa alla Lituania arrivando in due occasioni al +3 senza però trovare la forza e l'occasione per incrementare il vantaggio, chiudendo comunque avanti di una lunghezza. La Lituania ha trovato in Seibutis (9 punti nel periodo) l'uomo della provvidenza, in Kalnietis il giocatore che ha dato il la alla riscossa lituana, in Lavrinovic, Maciulis e perfino Motiejunas gli altri finalizzatori del 15-0 (tutti e cinque a segno, uno dopo l'altro, a dimostrazione della varietà offensiva dei baltici) che dal 57-58 del 30' al 72-58 del 36' ha tenuto all'asciutto gli azzurri e ha di fatto chiuso la partita.

Poi c'è stata l'ennesima prova di carattere dell'Italia per un recupero che l'ha portata fino al 70-76 (12-4) del 39'15" per spegnersi sugli errori di Aradori (cinque palle perse alla fine e una incisività inferiore al consueto sia in difesa sia in attacco), di Datome (stremato e colpito duro al ginocchio fin da metà gara), sul quinto fallo di Gentile, sulla precisione dei lituani dalla lunetta nei secondi conclusivi.

Come già contro la Slovenia e la Croazia, anche contro la Lituania il sentimento è ambivalente: da un lato l'orgoglio per la nuova grandissima prova di carattere offerta dai nostri giocatori contro avversari nettamente superiori per stazza e per possibilità di cambi, dall'altro l'amarezza per aver di nuovo sfiorato il traguardo, mancato per una manciata di punti (solo quattro stavolta) che con qualche scelta… avventata in meno potevano essere incasellati all'attivo.

Pianigiani è orgoglioso della sua squadra, e lo siamo anche noi vedendo Belinelli (22 punti) giocare con lo spirito del gregario, Cusin alzarsi per andare a schiacciare in faccia a Lavrinovic (Dariusz), Datome stringere i denti con le gambe divenute ormai tutte un dolore e incapaci di dargli adeguato sostegno per il tiro (ha chiuso con cinque errori consecutivi) ma restando un autentico caposaldo in difesa (annullato Kleiza) soffrendo per ben 37' da grande capitano, Melli capire lo spirito del confronto e sostituire Cusin in modo più efficace rispetto alle ultime esibizioni, Diener ricordarsi di essere anche un tiratore ed avere un flash di 7 punti consecutivi nel secondo quarto utilissimo per la squadra, Cinciarini dare una buona mano (11 punti) a metà partita nel periodo più bello dell'Italia per poi smarrire un po' di lucidità nel finale, lo stesso Aradori soffrire in difesa, sbagliare in attacco, ma cercare puntigliosamente di strappare punti (6) e costruire gioco (2 assist). Infine Alessandro Gentile, 27 minuti in campo, quindici punti, una presenza importante anche in difesa.

La Lituania alla fine si è mostrata più completa, più alta, anche più esperta in Kalnietis (sicuramente il migliore: 17 punti, 5 assist, 7 rimbalzi), un'autentica spina per i nostri playmaker, Seibutis, Maciulis e Pocius (3/3 nel tiro pesante), ma ha dovuto soffrire fino all'ultimo secondo contro una squadra che alla vigilia non avrebbe dovuto nemmeno superare la prima fase. Nonostante la Lituania abbia dominato ai rimbalzi (38 contro 25) e abbia tirato meglio e di più, ha vinto di appena quattro punti.

Certo, la delusione è grande. Per quello che ha fatto finora, l'Italia avrebbe meritato  di giocarsi un posto sul podio, con ottimi giocatori ma non proprio fuoriclasse, con un gioco efficace ma fatto più di coraggio, di dedizione, di disponibilità al sacrificio, di compattezza del gruppo sul campo e in panchina, che non di talento puro come molte altre squadre possono invece esibire, Spagna e Francia in primis.

Per questo la sconfitta di ieri non va assolutamente drammatizzata: il nostro Europeo si gioca oggi, contro l'Ucraina. Dopo aver battuto tante grandi e giocato alla pari con le altre, la squadra sa che è il nomento di dimostrare che un passato oscuro e durato dieci anni è ormai alle spalle.


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