Si fa presto a dire Juventus nel basket...
Oggi parliamo di una disciplina sportiva che negli anni Ottanta aveva raggiunto un buona notorietà, con moltissimi tesserati e atleti divenuti anche figure popolari. Poi la crisi: mancanza di soldi, di impianti adeguati, e l'ultimo sfregio subìto nel dicembre 2017 con il fallimento del main sponsor del campionato di serie A. Non vi stiamo a raccontare in tutti questi anni quanti paesi che non avevano tradizione in questo sport ci sono passati avanti... e siamo rimasti anche senza la soddisfazione di una Olimpiade. Eppure quest'anno la sua Nazionale va ai Mondiali, ed è oggetto di battage pubblicitario e presentazione televisiva a tambur battente chiamando per nome i singoli componenti della squadra, come si usa per il calcio!
Infatti parliamo di calcio femminile non di pallacanestro maschile. Che diventa così importante che alle 08:30 del mattino di venerdì Maria Latella sul seguitissimo canale di informazione economico-finanziaria come Radio 24 non può esimersi dall'intervistare Carolina Morace, che negli anni Ottanta era la più famosa calciatrice italiana e in seguito, da allenatore, si è distinta alle grandi cronache solo per non aver voluto accettare un diktat del presidente Gaucci su quali giocatori mettere in campo nella Viterbese maschile che fu.
Il recupero fantastico che ha avuto il calcio femminile negli ultimi anni ha un nome: Juventus. La proprietà Agnelli ha creduto nel business. Al punto di formare da zero una squadra nel 2017 che in due anni ha vinto due scudetti di serie A, portato 40.000 persone allo Juventus Stadium a vedere una gara del femminile sommandogli il record televisivo di Sky (342.628 spettatori medi, 2,68% di share). Al punto di togliere la gestione dilettantistica del campionato alla L.N.D. (Lega Nazionale Dilettanti) per portarla alla F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio) direttamente nel cuore del business. E i nomi della serie A sono così evocativi di piazze calcistiche da uomo: Juventus, Fiorentina, Atalanta, Milan, Roma, Sassuolo... E poi le tesserate sono poco più di 23.000... dilettanti al 100% con cartellino vincolato alla società fino ai 25 anni.
Giusto un anno fa il lancio di una canotta da basket con colori e logo della Juventus, poi seguito dalla sponsorizzazione Fiat confermata all'Auxilium, aveva fatto immaginare chissà quali orizzonti per la pallacanestro italiana. Siamo tutti buontemponi, ovviamente. In quella società calcistica fanno business plan, considerazioni di marketing, valutazioni costi/benefici di cui il nostro mondo - in cui imperano troppi dilettanti allo sbaraglio, laureati approssimativi, ex campioni sul campo promossi a ruoli dirigenziali su cui non hanno alcuna preparazione, presidenti/dittatori perchùè portano il pallone per giocare e quanto altro si voglia inserire nel circo - non ha conoscenza. Salvo poi emarginare quei pochi che le competenze ce l'hanno, ma non i santi in paradiso.