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VENI, VIDI, VICI. Il fenomeno Antonini travolge i soloni della pallacanestro italiana

di Umberto De Santis

La vittoria di Trapani Shark del campionato di serie A2 e la parabola che in meno di un anno ha dato Valerio Antonini alla storia cestistica della città siciliana danno la misura esatta di come basti poco per farsi largo in un mondo in cui i professionisti sono solo in campo, perché guidati da una allegra banda di dilettanti nelle stanze dei bottoni, da quelle delle società fino ai piani alti.

Soldi, idee chiare, programmi concisi e tanta voglia di metterci la faccia. Un personaggio inusuale nel panorama sportivo, un imprenditore romano deciso e chirurgico come un Giulio Cesare contro l'esercito di Farnace II del Ponto, tanto da potergli attribuire la frase "Veni, vidi, vici" (Venni, vidi, vinsi) per la rapidità con cui si è calato nel mondo per lui sconosciuto della pallacanestro e ha raggiunto i suoi obiettivi.

Domenica sera, costretto a festeggiare nella sala stampa del PalaDozza vittoria e conquista della serie A dopo aver litigato a lungo con i dirigenti avversari (qui le sue dichiarazioni a proposito), ha spiegato con i fatti che il fairplay sbandierato dai "professionisti del basket" è pura facciata, la piccineria dei blasonati che devono cedere il passo una costante. Sono anni che lo diciamo, adesso è arrivata la prova provata.

Mediaticamente il presidente di LBA Umberto Gandini sta già fregandosi le mani. Un personaggio del genere, fuori dalle righe e capace di catalizzare interesse, non può che fare bene alla popolarità del basket. E' il momento di svecchiare, non ne possiamo più di presidenti e allenatori che di fronte a un commento tecnico fanno i permalosi e rispondono male all'interlocutore di turno.

E' arrivato il momento di pensionare i dinosauri definitivamente. Ergin Ataman arriva al Panathinaikos e in appena una stagione si porta a casa l'EuroLeague. Anche lui con proclami da sbruffone ma tanta capacità di lavoro e analisi travolge le blasonate e programmate Real Madrid, Barcelona, Olimpia Milano. Antonini arriva a Trapani, si prende una società allo sbando (compresa la gestione del Palashark) con un ribaltamento di prospettiva incredibile.

E attenzione che non è finita qui. Perché alla faccia della programmazione, dei progetti e degli storici (in)competenti, la Pallacanestro Trieste di uno sconosciuto allenatore americano completamente digiuno di pallacanestro europea sta per raggiungere lo stesso traguardo. Alla faccia di chi diceva che era una scommessa perduta in partenza.


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