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EuroLeague - Olimpia Milano, coach Pianigiani: “Abbiamo mollato troppo presto"

di Fabrizio Fasanella

Contro il CSKA Mosca, l’Olimpia Milano non ha mai dato la sensazione di poter prendere in mano la partita per vincere. Il gap tra l’Armani e la compagine russa si è confermato troppo ampio, praticamente incolmabile. C’è da dire, però, che i padroni di casa hanno alzato bandiera bianca troppo presto. Lo sa bene coach Simone Pianigiani, che in sala stampa ha commentato la tredicesima sconfitta europea della sua squadra: “Oggi sapevamo che sarebbe stata una partita complessa per noi. Dovevamo avere un’enorme faccia tosta per rimanere dentro: quando un team come il CSKA perde due gare, entra in campo per massacrare gli avversari. Noi eravamo senza il play titolare che dà motore e ritmo, anche se Cinciarini ha fatto molto bene. In queste situazioni perdiamo facilmente fiducia. Quando hanno cominciato a voler darci quaranta punti, non siamo riusciti a fermarli. Noi siamo comunque rientrati nel terzo quarto: in quella fase del match, però, abbiamo fatto un paio di pollate e abbiamo preso dei punti in contropiede. Questo dispiace. A quel punto, ognuno si è perso nelle proprie paure e tutti hanno iniziato ad aspettare la fine. Loro sono la miglior squadra dell’EuroLeague, a noi qualcosa manca ma devo comunque fare i complimenti ai miei giocatori per come si sono allenati. Gudaitis è stato fermo e ha perso sei chili in una settimana, lo avete visto. Questa è stata solo una delle tante difficoltà dell’ultimo periodo, anche se i ragazzi hanno continuato a lavorare bene. Tenere tali ritmi con gli acciacchi è faticoso per tutti. Non voglio esagerare, però dico che la squadra c’è ancora. Mi spiace perché oggi non abbiamo utilizzato questa partita come un’occasione per crescere: abbiamo mollato troppo presto”, ha detto l’ex c.t. della Nazionale, che ha poi risposto a una domanda sulle difficoltà di Andrew Goudelock: “Faccio fatica a parlare di singoli. Qui ho sempre difeso i miei giocatori e continuerò a farlo. Ci sono stati dei fraintendimenti su delle cose che, in realtà, io non ho detto su di loro. Il mio compito è sostenere i ragazzi e cercare, in tutto questo, di farli pensare il meno possibile. Non dobbiamo caricare pressioni su pressioni”.


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