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BSL - Coronavirus. Anche Datome attende il responso del test

di Redazione Pianetabasket.com

Alla fine si è fermato anche il campionato turco. E il caso di positività all'interno del Fenerbahçe ha toccato anche da vicino la Turchia. Nella sua posizione di presidente dell'associazione giocatori di Eurolega, è interessante sentire in questo momento il punto di vista di Gigi Datome, e l'ha fatto Andrea Barocci per il Corriere dello Sport.

A Istanbul. Sì. Sto rispettando la quarantena da quando è iniziata in Italia. Qui non ci sono restrizioni, ma penso che a cosa più intelligente da fare sia quella di evitare di uscire. Qui qualche negozio e qualche attività stanno chiudendo, però credo che si tratti di scelte individuali. Non ci sono veti da parte del governo per adesso.

Tamponi al Fenerbahçe. Molti di noi avevano avuto l'influenza, e qualcuno leggendo cosa sta accadendo con il Coronavirus voleva vederci chiaro. Stiamo aspettando i risultati.

Giocare? Solo a porte aperte. Se giochi a porte chiuse significa che c'è ancora un problema, e se c'è ancora un problema non ha senso giocare. Primo, perché il basket è uno sport di contatto. Secondo, perché non è bello andare in campo senza tifosi. Noi giochiamo anche per i fan, per l'atmosfera che si  crea durante una gara.

Esiti di stagione. Avrebbe pochissimo senso dare lo scudetto alla prima in classifica, anche solo per il fatto il basket non è il calcio e si basa sui playoff. E poi, per chi dovesse vincere il titolo, che vittoria sarebbe a tavolino senza la gioia del campo? Dobbiamo essere pronti a tutto. Si può giocare? Bene. Non si può farlo? E' accaduto un evento enorme, molto più grande del basket. Moltissimi hanno problemi economici gravi che non posso neppure immaginare. Insomma, se ci sarà da sacrificare un campionato, lo si farà. E si andrà avanti.


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