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L'Enel Brindisi si conferma tra le grandi. Bucchi: 'Le sorprese oggi non esistono più'

di Redazione Pianetabasket.com

Non chiamatela più sorpresa. Al terzo anno di fila in serie A Brindisi si sta confermando squadra da lato sinistro della classifica, quello dove albergano le migliori. Con sei vittorie nelle prime dieci giornate (l'ultima domenica a Pistoia) la squadra guidata per la quarta stagione consecutiva da Piero Bucchi è in linea con gli obiettivi stagionali, Final Eight di coppa Italia e qualificazione ai play off. E ieri sera è arrivato anche il passaggio alla seconda fase di Eurochallenge. Un terzo di stagione alle spalle, com'è il bilancio coach Bucchi? "Molto positivo se consideriamo le problematiche affrontate. E' vero che non bisogna piangersi addosso ma neanche far finta di niente. Abbiamo avuto infortuni importanti, finora tra campionato e coppa ho avuto la squadra al completo solo in quattro partite su sedici. Sono cose che nello sport possono accadere, ma che comunque incidono sul risultato. Vincere a Pistoia, dopo il ko in casa con Varese, è stato molto importante. Siamo nella parte alta della classifica e in linea con quelle che erano le aspettative ad inizio stagione".

Parlava di infortuni. Brutto colpo quello capitato a Simmons. "Soprattutto per lui che starà fuori tutta la stagione. Dispiace perché con Cedric avevamo trovato una buona quadratura, non a caso con lui in campo abbiamo vinto quattro partite su quattro". Ora arriva Michael Eric. "Segno della volontà della società di non lasciare nulla al caso, una fortuna per una città come Brindisi avere una dirigenza simile. E' un ragazzo più giovane, inesperto dell'Europa, avrà bisogno di tempo per conoscere il nostro basket ed integrarsi. E' un giocatore molto alto, che può sopperire alla mancanza di taglia delle nostre due guardie. I suoi centimetri possono migliorare l'impatto atletico della squadra". L'altro inserimento in corsa è stato Pullen. "Anche in quel caso una scelta fatta per migliorarci. Si è presentata l'occasione di prendere un giocatore di prima fascia e abbiamo provato a fare un salto di qualità. Non è stata una bocciatura per Sek Henry, che infatti a Capo d'Orlando sta confermando di essere un ottimo giocatore. La convivenza tra Pullen e Denmon? Hanno entrambi grande talento, per una squadra avere giocatori così può essere solo un vantaggio, non certo un problema. Se penso alla gara di Pistoia (dove in due hanno segnato 50 punti, ndr) dico che si integrano alla perfezione. Spero sia stata la prima partita di un lungo percorso". Il vostro leader in campo resta Delroy James. "E' un ragazzo che incarna molto lo spirito che vorrei cercare di inculcare al gruppo. Un giocatore che lotta, che non molla mai, sempre presente, che anche quando non gioca partite precise al tiro garantisce un'energia incredibile. E' quello che vorrei vedere in tutti". Che gruppo è quello con cui lavora ogni giorno? "Le sensazioni sono positive. E' un gruppo che sta bene insieme, che nonostante infortuni, giocatori che entrano ed escono ha tenuto la barra dritta. Se non hai un gruppo solido certi episodi possono incidente negativamente, invece sono stati assorbiti nel complesso abbastanza bene. In questo momento ci manca la continuità di lavoro, vedere lavorare insieme le stesse facce per due tre settimane di fila". Per la prima volta nella sua storia Brindisi gioca la coppa. Che esperienza è stata finora l'Eurochallenge? "Estremamente positiva. E' chiaro che il doppio impegno qualcosa ti toglie e lo avevamo messo in preventivo. Hai poco tempo per allenarti, viaggi tanto, ma è un'esperienza importante soprattutto per i ragazzi meno esperti. Abbiamo vinto un girone non facile meritandoci di andare avanti''.

Il campionato invece cosa ha detto? ''E' un torneo dove l'atletismo la fa da padrone, con tanti prospetti interessanti ma anche molto giovani. Tecnicamente il livello non è elevatissimo, ma l'Italia in questo momento non può permettersi i giocatori di una volta. Quelli bravi, di talento, i più esperti preferiscono campionati dove ci sono più soldi. Siamo diventati un po' l'Olanda e Belgio di qualche anno fa, tornei che svezzavano giocatori che poi venivano da noi. La squadra sorpresa? Onestamente credo che le sorprese non esistano più. Potendo mettere dentro ben sette stranieri ogni anno, tutti possono fare l'annata. Trento, ad esempio, da neopromossa ha indovinato cinque buoni americani, ha mantenuto la base dello scorso anno ed è quarta. Potendo attingere tutti a tanti americani, indovinare due-tre giocatori ti garantisce la stagione positiva. La sorpresa è chi, senza spendere tantissimo, riesce a fare buone stagioni pur cambiando completamente il roster". Il giocatore più interessante visto finora? "In estate aveva puntato su Della Valle e devo dire che si sta confermando. E' un giocatore di grande valore, il futuro ma anche il presente per la nazionale. Ha faccia tosta, talento, tutto per diventare un grande".
 


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