A2 F - La Sardegna Marmi Cagliari sfiora la vittoria in casa di Salerno
La vittoria l'ha solo sfiorata, forse anche assaporata, ma alla fine dei 40' di vera e propria battaglia a spuntarla è stato il Salerno. E' finita 62-60 per le campane, ma la Sardegna Marmi Cagliari stavolta deve recitare il "mea culpa" per aver gettate alle ortiche una ghiotta occasione non solo per ritrovare la via della vittoria, ma anche per mettere un importante mattone in chiave salvezza. E invece: tutto da rifare. Cagliaritane che, non hanno disputato un'eccelsa gara e pagano a caro prezzo non solo quella differenza di 10 punti subita nei primi 10', ma anche le tante palle perse nel corso del match: 25 contro le 13 delle padrone di casa. Ma non basta. Ancora una volta è mancata la precisione al tiro dalla lunetta. Le percentuali questo pomeriggio non hanno aiutato certo la Virtus che ha chiuso con un 12 su 21. Il resto è stata una gara dove le cagliaritane di coach Fabrizio Staico, hanno fatto di tutto per riuscire a conquistare i due punti, ma si sono trovare di fronte una squadra che non ha mai mollato e con grande determinazione ha incassato due importanti punti.
Fa rabbia pensare che oggi la Virtus ha tirato meglio delle avversarie, sia nella totalità 48% (22 su 45) contro il 40% delle avversarie (24 su 60), che nel tiro da due punti 54% (18 su 33), Salerno 42% (18 su 42). Nel tiro pesante il 33% lo hanno registrato entrambe le contendenti. Detto dei liberi rimane il rammarico che ai rimbalzi la Sardegna Marmi Cagliari ha dominato con 41 palloni conquistati contro i 26 Salerno. Eppure i due punti rimangono in Campania. Tutte le ragazze schierate da Staico hanno dato il massimo. Ai rimbalzi El Habbab, Peric e Cadoni hanno fatto un buon lavoro. Trozzola ha fatto il suo dosando tiri e passaggi. Pellegrini in cabina di regia ha ben smistato i palloni assieme a Naczk anche se la polacca in diverse occasioni si è intestardita negli affondi offensivi, così come Valtcheva. Peccato.
Un primo quarto che inizia in maniera equilibrata, con la Virus che ribatte tranquillamente alle iniziative e soprattutto ai canestri delle padrone di casa. Buona difesa che regge bene il confronto e lotta su ogni pallone. L'unico pericolo arriva da Yusuf e il resto è normale amministrazione. Poi a metà tempo qualcosa cambia. Prima la Virtus con Monika Nazck si porta ad una sola lunghezza dalle padrone di casa: 13-12, ma subito dopo il gioco delle ragazze del neo coach Nardone si fa più incisivo e la Virtus comincia a sbilanciarsi sia in attacco ma soprattutto in difesa. Dapprima cede, leggermente ai rimbalzi, poi subisce la precisione nel tiro pesante da parte di Kirschenbaum e Silvino Oliveira. Gradatamente si allontana arrivando a +11 (23-12 all'8'). La Virtus cerca di reagire ma al termine dei primi 10' il vantaggio di +10 è per le padrone di casa che chiudono la prima frazione sul 25-15
Il secondo periodo si apre con la squadra cagliaritana molto reattiva, brava a rosicchiare punti con Peric entrata in sostituzione di Cadoni. I suoi canestri assieme a quelli di Nazck rimettono in partita le virtussine (25-21). Salerno sembra in crisi e Diana Valcheva la punisce con la tripla del -1 (27-26 al 14'). Il sorpasso è nell'aria. Salerno soffre ancora e Mounia El Habbab in tranquillità trova il canestro del +1 (28-27 sempre al 14'). Bisogna battere il ferro finchè e caldo e la Sardegna Marmi vuole chiudere la sfida o quantomeno allontanarsi dalle padrone di casa. Arrivano i canestri di Trozzola e Nazck e il +5 per le cagliaritane: 32-27 al 16' La Virtus sembra aver trovato il giusto ritmo anche se qualche volta storce il naso per qualche dubbia decisione arbitrale. La reazione di Salerno arriva quasi nel finale di tempo e con un break di 7-1 si dirige negli spogliatoi per il riposo lungo a +1 (34-33).
Si riparte e Salerno in apertura sembra voler andar via: 41-36. E' un tira e molla che porta la squadra di coach Staico a firmare il controbreak (41-41 con due liberi di Nazck al 16'). Cadoni firma il nuovo vantaggio per la sua squadra: 45-43 al 30'. Negli ultimi 10' accade di tutto. Domina l'equilibrio, con le due squadre che in diverse occasioni si alternano in vetta. Il +4 Virtus al 36' e al 38' dalla sirena (52-48), sembra poter indirizzare la gara verso Cagliari e invece nelle ultime battute, Salerno stravolge il risultato, la Virtus rimane a guardare e, alla fine, è costretta a chinare il capo.
Fabrizio Zirone – Assistente Fabrizio Staico: "Sicuramente abbiamo pagato a caro prezzo il parziale subito nel primo quarto – dice un amareggiato Fabrizio Zirone -, segno che non abbiamo iniziato la partita come avremo voluto. Poi, ovviamente, questi parziali negativi richiedono uno sforzo extra per rientrare rischiando che, alla fine, il carburante, quando c'è da premere sull'acceleratore, venga a mancare. Paghiamo soprattutto le 25 palle perse. Questo è un dato che va assolutamente limato. Siamo stati intermittenti e questo è un dato di fatto. Purtroppo quando perdi di due significa che gli attimi di bui sono superiori agli attimi di luce. Non possiamo fare altro che tenerci i momenti di luce per preparare la prossima partita e il finale di campionato. Ovviamente pensare anche ai momenti di bui sui quali riflettere. E da martedì si prepara la prossima partita ma più in generale un finale di campionato sul quale si deve lavorare per riuscire a raggiungere il nostro obbiettivo stagionale. C'è comunque la voglia di non mollare – conclude Fabrizio Zirone -, la reazione, ma anche l'attaccamento al gruppo e la grinta per fare meglio, tutte cose di cui dobbiamo far tesoro per riuscire a chiudere la stagione nel migliore dei modi".
Salerno Ponteggi Salerno – Sardegna Marmi Cagliari 62-60
Parziali: 25-15; 9-18; 9-12; 19-15.
Salerno: Silvino Oliveira 11, Valerio 6, Orchi 11, De Mitri 14, Yusuf 8, Naddeo, Scala, Tagliaferri, Esposito, Kirschenbaum 10, Scolpini, Vitali. Allenatore: Nardone.
Sardegna Marmi Cagliari: Naczk 10, Cadoni 6, Trozzola 11, Pellegrini Bettoli, El Habbab 14, Peric 9, Valtcheva 10, Vargiu, Gallus, Pasolini, Podda, Anedda. Allenatore: F. Staico. Assistente: F. Zirone.
Arbitri: Giuseppe Scarfò di Palmi (RC) e Matteo Migliaccio di Catanzaro (CZ)