Alla fine arriva Iffe Lundberg in EuroLeague
Palla a Lundberg, marcato da Shields, Shengelia blocca, rimane Melli su di lui, prende il tiro da tre punti, canestro.
Palla a Lundberg, marcato da Vesely, palleggia incrociato due volte, crea separazione, step back da tre punti, canestro.
Palla a Lundberg, marcato da Caboclo, penetra, terzo tempo rallentato, tiro in controtempo, appoggia al tabellone, canestro.
Palla a Lundberg, palleggia finta tiro, salta Weiler-Babb, tira e canestro.
Alla fine arriva Lundberg.
Ormai è una costanza però ogni volta, sorprende.
Forse perché non si è ancora abituati.
Forse perché non si crede che possa essere lui a prendersi quei tiri.
Forse perché le sue partenze non sono così evidenti.
Forse perché non ci si crede in lui.
Ed era così lo scorso anno.
Perché abbiamo preso Lundberg.
Perché non tira Lundberg.
Perché non gioca Lundberg.
Perché non va via Lundberg.
Poi cambia l’allenatore dopo l’estate, cambiano gli equilibri, cambiano le idee.
Lundberg da quel deve andare, a può rimanere.
Non ci ha mai smesso di crederci Lundberg.
Poteva andare via.
Poteva perdere soldi.
Poteva fare un passo indietro.
Ha detto di no a squadre in competizioni inferiori.
Ha detto di no, a situazioni dove non poteva giocare con regolarità.
Ha scelto di riprovarci.
Ha scelto ancora Bologna.
La storia della seconda occasione. La storia della rinascita.
Tutti si fidano di lui.
Tutti fanno spazio a lui.
La corsia centrale diventa un foglio bianco.
Lui scrive, dipinge, ci prova. E ci riesce.
Non una, non due, ma cinque volte.
I tifosi urlano di gioia, l’impresa è tornata.
Si soffre su gli spalti, davanti alla televisione, sentendo la partita in radio.
Tanti tifosi con le mani protagoniste: sul viso, mano nella mano con il compagno di tifo o di posto.
E poi l’urlo: mani che volano al cielo, mani che dirigono il video sul telefonino.
Tutto questo per Iffe Lundberg.
Quello che doveva andare via e poi è rimasto.
Quello che ha scelto Bologna ed i tifosi stanno scegliendo lui.
+Iffe.