Cosa porterà Dusko Ivanovic alla Virtus Bologna
La Virtus Bologna ha scelto la terapia d’urto. Alla quinta sconfitta consecutiva in Eurolega, scivolata malinconicamente sul fondo della classifica (2-11), la Segafredo ha deciso di voltare pagina. Luca Banchi, l’allenatore arrivato a stagione in corso, non ha trovato la chiave giusta per rivitalizzare un gruppo in crisi di identità e risultati, e ha rassegnato le dimissioni. Al suo posto, in un clima da ultima spiaggia, sbarca Dusko Ivanovic, uno che non ha bisogno di presentazioni nel basket europeo.
Il tecnico montenegrino, 67 anni, porta con sé un pedigree pesante e una fama altrettanto consolidata: quella di sergente di ferro, uno che non lascia spazio ai compromessi e che, nei momenti più difficili, ha spesso saputo ridare una forma alle squadre con il martello della disciplina.
• Preparazioni durissime e difesa implacabile
Ivanovic non sarà un toccasana dolce. Il suo metodo è noto e spietato: preparazioni stancanti, allenamenti ossessivi e un’attenzione maniacale alla difesa, che è il cuore pulsante della sua visione cestistica. Il suo gioco chiede sulla palla, pressione continua sui portatori e uno sforzo fisico che non fa sconti a nessuno. Chi non regge il ritmo, semplicemente resta indietro.
In attacco, il basket di Ivanovic è essenziale, quasi minimalista. Niente fronzoli, pochi palleggi, ma tanti movimenti senza palla e un utilizzo intelligente del short roll, quel passaggio rapido nei pick and roll che punta a trovare il lungo in movimento verso il canestro. Non sarà un gioco spettacolare, ma è efficace se ben eseguito.
• Cambiano gli equilibri in campo
La rivoluzione Ivanovic non sarà solo tattica, ma anche strategica nella gestione del roster. È probabile che Tornike Shengelia, uno dei leader tecnici ed emotivi della squadra, venga spostato nel ruolo di centro, abbandonando definitivamente la posizione di ala grande. Una mossa che potrebbe esaltarne la capacità di attaccare il ferro, ma che lo obbligherà a un lavoro extra in difesa.
Con Shengelia vicino al canestro, ci sarà spazio per vedere Andrejs Grazulis come ala grande, sfruttando il suo dinamismo e la sua propensione a fare il lavoro sporco. Sarà una Virtus più fisica, più aggressiva, ma anche più esposta ai rischi di una terapia d’urto che non lascia margine di errore.
• La sfida impossibile in Eurolega
Il compito di Ivanovic è, per usare un eufemismo, titanico. La Virtus è ultima in Eurolega, con una classifica che non lascia appigli di speranza, e il morale sotto i tacchi dopo una striscia di sconfitte che pesa come un macigno. Serviva una scossa, e la scelta di Ivanovic rappresenta forse l’ultima carta per risvegliare una squadra che sembrava aver perso la sua identità.
Ma l’arrivo di Ivanovic non garantisce miracoli. Il suo metodo duro può fare male prima di fare bene, e i giocatori dovranno dimostrare di avere il carattere e la resistenza per adattarsi ai suoi standard.
• Un futuro da scrivere
La Virtus ha scommesso sulla forza di un uomo che ha costruito la sua carriera su principi chiari e solidi: fatica, disciplina e difesa. La domanda è se il gruppo sarà in grado di rispondere con lo stesso rigore, trasformando le difficoltà in un punto di forza.
Il pubblico bianconero, da sempre esigente e appassionato, non si aspetta nulla di meno che una reazione immediata. Ivanovic sa che il tempo è poco e che, nel basket come nella vita, solo i risultati contano. Ma se c’è un allenatore che può risvegliare l’orgoglio virtussino, è proprio lui. Ora tocca al parquet dire la sua.