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ESCLUSIVA PB - Andrea Mabor Dut Biar si racconta: la Coppa Italia con Napoli, il Sud Sudan, il passato

di Redazione Pianetabasket.com

Torna la rubrica "Future Stars" curata da Alberto Benadì di Parla Canestro per PianetaBasket. L'intervistato di oggi è Andrea Mabor Dut Biar, centro 22enne del Napoli Basket. Classe 2001, ha esordito in Serie A la passata stagione proprio con i campani dopo un passato alla Stella Azzurra e Roseto. Si parla del suo approdo in Italia fino al presente, la vittoria della Coppa Italia la scorsa stagione e l'inizio di questa nuova annata. E ancora il Sud Sudan, le Olimpiadi e l'idolo Manute Bol. Di seguito l'intervista completa.
- Come recuperare gli altri episodiQUI il primo episodio con Filippo Galli,  QUI il secondo con Stefano Trucchetti, QUI il terzo con Saliou Niang -, QUI il quarto con Octavio Maretto, - QUI il quarto con Matteo Librizzi - QUI il sesto con David Torresani.

Partiamo dalla tua storia recente: raccontaci la vittoria della Coppa Italia. Le emozioni che hai provato quando avete vinto e quando siete tornati a Napoli a festeggiare con i tifosi.
"La vittoria della Coppa Italia mi ha regalato una gioia immensa ed è sicuramente il punto più alto che ho vissuto fino ad ora nella mia carriera. Ricordo che ero davvero emozionato ma soprattutto orgoglioso di me stesso e dei sacrifici fatti durante il mio cammino che ho intrapreso partendo dall'Africa molto giovane per seguire quello che è sempre stato il mio sogno, ovvero quello di essere un giocatore professionista. 
Siamo riusciti ad entrare nella storia del Napoli Basket e questo mi rende molto fiero. 
La vittoria ha avuto un sapore ancor più speciale in quanto nessuno credeva in noi e non si sarebbero mai aspettati che saremmo stati davvero in grado di poterci portare a casa il trofeo.
Ancor più magico è stato il rientro a Napoli, con i nostri magnifici e unici tifosi ad aspettarci per festeggiare insieme. Ero molto contento anche per loro perché ci hanno sempre seguito e dimostrato tanto supporto anche nei periodi meno positivi.
Aver riportato una coppa così importante dopo tanti anni è qualcosa di speciale".

Sappiamo che uno dei tuoi più grandi idoli è sempre stato Manute Bol, leggenda del basket sudanese. Raccontaci che figura rappresenta per te, che giocatore è stato ma soprattutto perché lo vedi come fonte di ispirazione.
"Manute Bol è stata sempre una fonte di ispirazione per me, uno dei miei più grandi idoli che ho sempre seguito e stimato fin da bambino. E' stato un simbolo per tutti noi del Sud Sudan, non solo per ciò che ha fatto per il basket ma soprattutto per la sua generosità che l'ha sempre contraddistinto.
Ho dei ricordi indelebili di lui che tornava dall'America dove giocava, per aiutare le persone che non vivevano situazioni semplici sotto ogni punto di vista. 
Quando ho iniziato a giocare a basket ho capito che un giorno sarei voluto diventare come lui, non solo come giocatore ma soprattutto come uomo perché mi sarebbe piaciuto come ha sempre fatto anche lui aiutare chi è in difficoltà".

Il Sud Sudan ha giocato quest'anno nelle Olimpiadi di Parigi. Che emozione è stata per te? Raggiungere la nazionale per te rappresenta un obbiettivo?
"Le Olimpiadi di quest'anno per noi sudanesi è stato un evento unico che non è mai successo nella storia del nostro paese. Ero davvero molto contento e orgoglioso della squadra per il lavoro che hanno fatto e per aver raggiunto un traguardo così prestigioso.
Sarebbe bellissimo poter giocare un giorno per il mio paese ma so che c'è ancora tanto lavoro da fare e che la mia occasione arriverà. La cosa però più importante è che la squadra riesca a dimostrare a tutto il mondo il proprio valore e che si faccia conoscere visto che prima di quest'estate non in molti ci conoscevano così bene".

La Stella Azzurra Roma ti ha prelevato per prima tra le varie società in Italia. Quanto sei rimasto legato a loro e quanto sono stati importanti per la tua carriera.
"Fin dai primi giorni che ero in Italia lo staff tecnico, società e giocatori mi hanno accolto molto bene e con tanto entusiasmo. 
Inizialmente io non conoscevo nessuno ed ero in un Paese che per me era nuovo tutto da scoprire ma si presero subito cura di me in modo speciale Germano D'Arcangeli e sua moglie Monica.
Ci sono voluti pochi giorni per far sì che Stella Azzurra non fosse soltanto la squadra dove giocavo ma anche la mia seconda casa perché per i sei anni che sono stato lì mi hanno trattato tutti come se fossi un loro figlio e anche adesso che non sono più lì quando torno mi riservano sempre una speciale accoglienza.
Il mio periodo a Roma è stato fondamentale per la mia carriera e per la mia crescita personale perché mi hanno aiutato su tanti aspetti facendomi crescere sia come giocatore che come uomo".

Seconda stagione a Napoli: come ti trovi con i compagni e allenatore ma soprattutto con città e tifosi.
"Questa è la mia seconda stagione a Napoli, mi sto trovando benissimo e mi sento che sto migliorando molto rispetto l'anno scorso. 
Il rapporto che ho con i miei compagni e con lo staff tecnico è davvero speciale, così come con tutta la splendida città di Napoli.
Come ho detto prima, abbiamo il privilegio di avere dei tifosi speciali che mi supportano tanto dimostrando la loro fiducia nei miei confronti e facendomi capire che presto arriverà anche il mio momento".

Sei ancora molto giovane ma pieno di talento e potenzialità: qual è il tuo sogno nel cassetto che vorresti vivere durante la tua carriera?
"L'obiettivo è di continuare a giocare qua in Italia ad alti livelli e se ci fosse la possibilità anche di rimanere a viverci una volta terminata la mia carriera da giocatore professionista di pallacanestro".


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