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LBA - Attilio Caja mette il dito nella crisi della Pallacanestro Varese

di Redazione Pianetabasket.com

Ospite via Facebook della 2° puntata della 2° stagione de "L'Ultima Contesa", il talk-show di VareseNoi.it dedicato al basket e alla Pallacanestro Varese, Attilio Caja ha rivelato alcuni particolari della sua esperienza a Varese conclusasi con un esonero alla vigilia del campionato 2020-21.

Accoglienza. Prima della gara ho ricevuto una bella accoglienza dal pubblico, penso che a Varese ho lavorato bene. E me lo aspettavo. Io per Varese ho fatto tantissimo, mi sono impegnato tanto, dedicato passione e tempo. Ho rinunciato a dei soldi, oltre al 20% concordato con le associazioni per venire incontro alle difficoltà delle società causa il Covid, ho rinunciato a una terza mensilità. L'ho fatto perché ci credevo.

Jason Rich. In campagna acquisti si voleva prendere Rich, prima dal costo irraggiungibile. Lui voleva venire, c'era una differenza da colmare, il sig. Conti disse che era fuori budget. Mancavano 20.000 dollari, io rinunciai a 10.000 netti del mio stipendio pur di avere Rich. Quando lo dissi al mio procuratore, lui mi dette del matto! Poi Rich non è venuto, e Conti i soldi se li è tenuti lo stesso...

Arrivo di Scola. La prima persona a ricevere una chiamata per Scola sono stato io, dal suo procuratore. C’era una normale dialettica tra allenatore e giocatore, ma con un altro dirigente sarebbe andata diversamente, con il signor Conti è andata in un altro modo. Ha usato Scola per i suoi interessi. Non aveva la forza e il curriculum per creare problemi a me. Ha usato Scola per far avere problemi a me in società. Ho sentito parlare gente come Vittorelli e Valentino, mai visti prima.

Esonero. Io vengo a sapere dell’esonero alle 4 del pomeriggio, a casa. Come? Decido di sentire Conti sull’ultima gara. Mi risponde, e me lo dice lui. E se non l’avessi chiamato io? Dopo due minuti la notizia era già sui siti.

Il rapporto con Bulleri. C’era chi parlò del fatto che non avevo salutato dopo l’ultima gara. Io non rispetto Bulleri, e lui non rispetta me. Lui parla male di me in giro, e io non parlo bene di lui. E che devo fare, gli devo dare poi la mano? Ma che siamo, al festival dell’ipocrisia?


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