Virtus Bologna: si può dire che Sergio Scariolo si è sbagliato?
Dopo 20 partite ufficiali con una Supercoppa italiana vinta, il primo posto solitario in serie A con 7 vittorie e 1 sconfitta; e un terzo posto clamoroso in EuroLeague con 7 vittorie e 3 sconfitte questa Virtus Bologna ha dimostrato sul campo che le valutazioni di Sergio Scariolo, quelle che hanno forzato un esonero dalle mani di Massimo Zanetti, era piuttosto sbagliate. E non venite a raccontarci che ci piace mettere in difficoltà gli allenatori dai tanti tituli.
Avevamo criticato la formazione del 2022-23 ritenendola sbilanciata non soltanto per una sezione interna piuttosto lacunosa negli uomini di qualità, ma anche perché la perdita di Markovic squilibrava un quintetto dove Teodosic, Belinelli e Mannion non potevano stare insieme in campo e con certi avversari neanche solo due di loro. Hanno regalato valanghe di mismatch difensivi che il buon Pajola non poteva arginare e che limitavano il raggio d'azione suo e di Cordinier.
Perso e neanche troppo scioccamente Ojeleye (l'offerta del Valencia pare fosse davvero intrigante), Ronci ha costruito un gruppo in cui si andava a rimediare alle debolezze della stagione precedente e Scariolo invece l'ha scartato. Dunston non è un pivot di lungo corso ormai alla frutta come Kyle Hines (e solo adesso a Milano se ne sono accorti) e Dobric non è un rincalzo scadente. Anzi la qualità migliore della formazione di Luca Banchi risulta essere la continuità di rendimento al cambiare delle rotazioni (nessun giocatore sopra i 29' in campo contro il Fenerbahçe, che prendano nota i fans di certi allenatori che giocano in sette come negli anni Ottanta pur avendo quindici ottimi giocatori nel roster).
Micidiale per Scariolo anche la valutazione di Lundberg, che aveva raggiunto toni da psicanalisi nel palleggiamento tra tecnico e società. C'era dunque molta meno scommessa sulla capacità di assunzione di ruolo di primo piano nei nuovi di quanto prevedesse il tecnico bresciano. E anche diversi giocatori in grado di amministrare la palla in mano quando scotta, smentendolo ancora una volta. Con ciò non vogliamo dire che Luca Banchi abbia trovato la strada spianata. Nella situazione contingente, senza conoscere e avere allenato la squadra subito a ridosso della prima gara ufficiale, fare danni sarebbe stata la cosa più semplice del mondo. Banchi ha manifestato quel realismo che avevamo sempre apprezzato in Sergio Scariolo. Quello nel presentare la Spagna degli Europei vinti, e quella dei Mondiali. Il giocattolo e l'armonia dell'EuroCup si erano rotti già da diverso tempo a Bologna ma nessuno lo voleva ammettere.