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Basket - Due finali olimpiche per la Francia: c'è una federazione attiva dietro

di Umberto De Santis

Appena prima della chiusura dei Giochi olimpici di Parigi 2024 abbiamo visto che la doppia finale olimpica, che ha offerto il confronto USA-Francia sia in campo maschile che femminile, ha confermato l'attuale superiorità statunitense nella pallacanestro mondiale, seppur di poco e nel caso del femminile, per un piede su una linea. Ma sicuramente certifica l'assoluto livello raggiunto dalla FFBB, la Federazione basket francese, e fa intravedere, sia nel settore maschile che nel femminile, un possibile sorpasso tra quattro anni a Los Angeles. Previsione blasfema? Analizziamo quello che andremo a vedere tra gli uomini.

Alcuni fattori ci fanno ipotizzare questo evento:
- La globalità raggiunta dalla NBA è stata validata dalla scelta degli MVP del campionato negli ultimi sei anni: 3 volte Jokic; 2 volte Antetokounmpo, 1 volta Joel Embiid;
- Team USA poggia la sua grandezza attuale su un giocatore 39enne, LeBron James, e due 35enni, Steph Curry e Kevin Durant. Tra quattro anni i tre fuoriclasse saranno ancora disponibili? E in quali condizioni? Le seconde linee sapranno salire di livello?
- Al contrario la Francia si appoggia su un ventenne al primo anno nella NBA, Victor Wembanyama, e vedrà entrare di prepotenza i tre giovani che hanno dominato il draft 2024. Perderà certamente Batum e De Colo, Fournier e Gobert (classe 1992) sono sempre meno importanti.
- Anche se messo in discussione, l'allenatore Vincent Collet rappresenta una continuità tecnica che i continui rimescolamenti in Team USA a tutti i livelli e con un turnover esasperato non possono garantire.

Dietro sgomitano sempre più forte nazionali come Germania, Australia e Canada. La Serbia confermerà la bontà del suo reclutamento come fa da sempre, la Spagna (e si comprenderà dopo i prossimi due draft 2025 e 2026) supererà questa crisi passeggera dovuta rl ricambio generazionale. Ma è la Francia la Nazione da cui prendere spunto. E' vero che in campo ci vanno i giocatori, ma la formazione degli stessi e la costituzione di una élite dipende ovviamente dalla politica federale. Dire che al confronto quella della FIP è inesistente è un eufemismo.

Nel solco di quanto non fatto negli ultimi dieci anni, il presidente uscente Petrucci propone un programma per il prossimo quadriennio che non presenta a una lettura attenta alcun elemento di novità e alcuna considerazione delle azioni positive per il proprio movimento fatte dalla federazione francese. Ci sarebbe da imparare anche da quanto fatto dalla FEB, visto che i risultati hanno lanciato il suo presidente Jorge Garbajosa ai vertici della FIBA Europe dove gli italiani contano sempre meno. Salerno è più vicina di Ginevra, ma non è il bene della pallacanestro.

Lìaltro candidato alla poltrona FIP Guido Valori sembra avere le idee nettamente più chiare, visto che propone un organigramma ben preciso per il Settore Squadre Nazionali, presupposto per una guida tecnica unica e coordinata tra le varie squadre. Abituati come siamo a schierarci per simpatie e/o convenienze, sarebbe l'ora che cominciassimo a leggere e confrontare la validità delle proposte, andando oltre i proclami propagandistici. 

Intanto pensiamo che tutti possano convenire che nelle altre Nazioni si lavori e meglio. Sulle motivazioni potremmo alzare una polemica senza fine, e non presteremo il destro a una caciara che ci farebbe perdere di vista l'obiettivo. Avremmo bisogno di essere guidati da persone competenti, e troppo spesso troviamo davanti yes men impreparati. Anche così si distrugge una storia intensa e gloriosa come la pallacanestro italiana.


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