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EuroLeague - Il canestro di Llull costa all'Olympiacos quasi 800mila euro

di Redazione Pianetabasket.com

Per la vittoria del titolo 2023 di EuroLeague il Real Madrid, fatti i complessi calcoli in spericolato equilibrio tra ricavi pubblicitari e televisivi differenti tra i 18 club, piazzamento finale in classifica e differenza tra licenze pluriennali e non, riceverà secondo il sito SDNA 1.759.398 euro, mentre l'Olympiacos secondo classificato 996.992 euro. Il canestro di Llull a una manciata di secondi dalla fine è costato ai Reds quasi 800.000 euro. Per il terzo posto, l'AS Monaco riceverà 879.699 euro, mentre al Barcellona toccheranno 762.406 euro per il quarto.

Numeri di una povertà impressionante, che la dicono lunga di fronte ai budget che le squadre devono sostenere per essere competitivi nella manifestazione ma anche nei campionati nazionali e che spiegano come le società non possano fare a meno del botteghino e di un numero elevato di incontri da disputare per limitare le perdite delle proprietà stagione dopo stagione. Parlare di autosostenibilità finanziaria nella pallacanestro europea è chiaramente mettere in campo una utopia.

Di fronte a una NBA che pensa di generare 1 miliardo di ricavi da un torneo di metà stagione paragonabile a una Coppa Italia, si comprende bene come la qualità delle nostre squadre continentali andrà a peggiorare di fronte a un mercato USA capace di regalare, dietro ai 510 giocatori che compongono il roster di una franchigia, stipendi importanti a chi veleggia in G-League. Ma attenzione: stiamo per perdere anche i ricavi in prospettiva NBA generati dalle clausole di escape dai contratti dei migliori europei (pensiamo al Real con i casi Doncic e Campazzo).

Non più imbrigliati dalle antiquate norme sul dilettantismo dei minorenni, le ricchissime Università della NCAA avranno nella prossima off season la possibilità di intervenire sul mercato giovanile portandosi via i migliori prospetti già all'età di 17 anni offendo loro compensi neanche immaginabili dalle nostre parti. Negli USA sanno cavalcare le crisi e creare nuove opportunità, al contrario di noi italiani che viviamo costantemente nella nostalgia di quando avevamo il secondo miglior campionato del mondo e alimentiamo le tasche di vecchie glorie ingrigite e parassitarie.


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