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L'Olimpia Milano rinuncia al nuovo Palalido

di Alessandro Luigi Maggi

Quel Palalido che prende forma, giorno dopo giorno, sotto gli occhi dei milanesi, non sarà mai la casa dell’Olimpia Milano. Lo annuncia l’inserto lombardo de La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, dando concretezza a quell’intenzione annunciata ufficialmente dal presidente della società biancorossa, Livio Proli, il giorno della presentazione di Jasmin Repesa

Fine del sogno, fine del progetto, ma trattasi di morte dilazionata nel tempo, e che nell’ottobre 2015 non prevede più altra soluzione 

Era il 2010 quando il gruppo Armani e l’Amministrazione Moratti firmarono un accordo per la demolizione, e la ricostruzione del PalaLido. In ballo una sponsorizzazione che impegnava Armani al versamento di 300mila euro a stagione per quattro anni, più altri 300mila per l’affitto dei locali. Il tutto per un palazzetto da 5000 posti che poteva assolutamente soddisfare le esigenze di una società in ripartenza. Da lì, però, Olimpia Milano e Palalido prendevano due strade ben differenti. L’Olimpia si affermava su scala nazionale e internazionale, raggiungendo ad esempio nell’ultima stagione la media di 9000 spettatori a gara. Dall’altra il Palalido si arenava subito sulla scoperta di amianto durante la demolizione, passando poi per una serie infinita di “magagne” tra le aziende appaltatrici della ricostruzione. 

E si arriva così ad oggi, con un’Olimpia che annuncia al Comune, scaduta la sponsorizzazione di 4 anni, di non aver più intenzione di investire su un palazzetto troppo piccolo per le proprie esigenze. Giorgio Armani, in estate, aveva richiesto un ampliamento sino a 7500 posti. Richiesta giudicata “inammissibile” dal Comune. E anche per l’Olimpia Milano, oggi, il nuovo PalaLido è inammissibile.


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