LBA - L'allarme ragionato di Mauro Ferrari non riguarda solo Brescia
Mauro Ferrari, socio di maggioranza della Pallacanestro Brescia, è stato ospite mercoledì sera della trasmissione “Basket Time 2.0”, andato in onda su Teleleonessa (canale 119 del digitale terrestre), dove ha fatto un excursus dell'ultima stagione della sua squadra ma ampliando l'argomento sulla sostenibilità della pallacanestro professionistica, e come si provvede oggi a preservare il futuro di un club. “Si lavora di squadra, noi ci siamo comportati con Pistoia come Milano ha fatto con noi, Milano e Bologna sono là per adesso, noi siamo Brescia e non dimentichiamocelo. L’ex sindaco Del Bono dice che se siamo sicuri di fare tutti gli anni la seria A a Brescia questo è il nostro scudetto, dobbiamo stare con i piedi ben saldi per terra. Se analizziamo i nostri 10 giocatori c’è da farsi su le maniche nelle prossime settimane, i cicli purtroppo iniziano e finiscono, non rimarremo in tanti il prossimo anno chi per carta identità chi per mercato.
Massinburg era un giocatore normale, lo staff ha creato quello che è oggi, è stato creato dalla Pallacanestro Brescia, ma alla fine stagione ci troviamo un pugno di mosche in mano, dovrebbe essere un volano di finanziamento per i settori giovanili, ma invece diventa un volano per se stesso, ci lascia alla fine un bel sorriso, due lacrime e un ricordo alla città. Continuo a non accettare che il procuratore debba prendere il 10% dell’ingaggio di Massinburg, che sarà da 500.000 dollari. Cosa ha fatto per meritarselo il suo manager? Christon ha un carattere difficile da gestire, Amedeo ha la sua età e bisogna avere una squadra che lo regge, Petrucelli sogna l’Eurolega, Bilan ha 36 anni, Cournooh gioca da play, ma non è play, Cobbins ha 32 anni.
Oggi la nostra squadra sono Akele e Burnell, c’è da sedersi e capire cosa vogliamo fare, vedere gli sponsor e le famiglie che credono ancora nel progetto, perché da soli non si va da nessuna parte. In questi giorni un tifoso ha scritto una lettera in società, dicendo che farà ancora l’abbonamento e scrivendoci che è stato un anno importante, un successo, ma quando dovevamo esserci però non ci siamo stati ovvero in Supercoppa, Coppa Italia e la semifinale con Milano. Dobbiamo capire dove possiamo arrivare, l’importante è che il movimento vada avanti, dobbiamo mantenere il settore giovanile e la serie A. A livello dirigenziale siamo una squadra, ci si confronta e si cerca di sbagliare il meno possibile. Se nel calcio può perdere, uscire alla pari o guadagnare, nel basket può solo perderci. Nessuno fa basket per diventare ricco, non ci sono proprio i presupposti. A Brescia dobbiamo continuare a costruire qualcosa che rimanga nel tempo, per fortuna ci sono tante famiglie che vogliono il bene della pallacanestro in città, ma quando si stuferanno, a cominciare da Germani, non bisogna correre il rischio che finisca tutto”.