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Marketing fino alla nausea, ma anche tante opportunità per sponsor e pubblico: il caso Brose Bamberg

di Redazione Pianetabasket.com

Si torna ancora a parlare di marketing. E' purtroppo passata abbastanza inosservata l'intervista rilasciata da Daniele Baiesi, direttore sportivo del Brose Bamberg, a Giuseppe Sciascia de La Prealpina, che ha spiegato in termini semplici ed efficaci come e perchè il basket tedesco sia passato avanti a quello italiano dopo decenni di bastonate. Marketing fino alla nausea, ma anche tante opportunità per sponsor e pubblico

Come mantenersi per due anni di fila tra le Top 16 d'Europa con uno degli ultimi 3 budget di Eurolega? Il segreto del Bamberg vincitore degli ultimi due titoli in Germania è un mix di competenze tecniche italiane - il coach è l'ex canturino Andrea Trinchieri, il d.s. il bolognese Daniele Baiesi che dopo Biella e Reggio Emilia è stato scout dei Detroit Pistons - e capacità tedesca di far funzionare al meglio una macchina organizzativa legata a filo doppio alle strutture della Brose Arena da 6.800 posti. Nel contesto di un sistema Paese che è lontanissimo dall'Italia («Qui il concetto di cambio merce non esiste, ogni assunzione prevede 6 settimane di prova e anche chi è al primo impiego della carriera pone le sue condizioni»), è proprio Baiesi ad illustrare le politiche adottate dal Bamberg per sfruttare le possibilità del suo impianto: «Il ristorante da 500 coperti funziona solo per le partite, offrendo forme di fidelizzazione per gli sponsor, ospitati negli Skybox o nelle lounge per Vip, e un biglietto particolare per tifosi che al costo di 140 euro prevede anche la cena e la possibilità di assistere alle conferenze stampa di allenatore e giocatori. Abbiamo anche la possibilità di ospitare convention o eventi aziendali facendo poi assistere alla partita i partecipanti. Mentre il punto vendita per il merchandising all'interno dell'impianto è sempre aperto, e alle partite non c'è nessuno che non indossi un gadget griffato».

Dunque il Bamberg, attraverso una vasta serie di iniziative in favore di sponsor e tifosi, ha dimostrato capacità sempre maggiore di catturare l'interesse in una città che vive perii basket: «Qui alla Brose Arena arriva il 10 per cento della popolazione di una città di 70mila abitanti: sembra d'essere a Treviso con la passione che si respirava 15-20 anni a Bologna - afferma il dirigente emiliano-.La struttura è stata costruita nei primi anni'90 ma è molto ben conservata; la prima differenza sostanziale con l'Italia è che qui ogni club è obbligato ad avere unastruttura aperta per 24 ore e 7 giorni, dunque ogni società ha una struttura extra-tecnica moltoforte e rodata: al Bamberg abbiamo oltre30 dipendenti per area amministrativa e commerciale. Ma siamo pure aperti alle politiche di espansione sul territorio che non sono necessariamente legate all'impianto, ma alla capacità di vendere il prodotto: quest'anno ci siamo spostati a Norimberga per giocare una partita di Eurolega contro il Real Madrid, il tutto esaurito e il ritorno in termini di sponsor ci indurranno probabilmente a spostarci due volte il prossimo anno». Il tutto nell'ambito di un Paese in grande espansione cestistica: «Una volta l'Italia pescava stranieri in Germania, ora sono le nostre squadre ad essere saccheggiate dalle tedesche. Qui il movimento è in grande crescita e il lavoro congiunto di federazione e lega aiuta tutto il movimento: contano gli impianti ma soprattutto le idee»


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