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"Negro di m...": il basket italiano non riesce a trasmettere i suoi valori ai genitori?

di Umberto De Santis

L'ultimo episodio di razzismo su un campo di pallacanestro è piuttosto emblematico e ci dà uno spunto di riflessione importante per tutto il movimento. Un ragazzo di 13 anni, di origine etiope e cittadino italiano, viene insultato da un gruppo di genitori della squadra avversaria in partita a Milano. La sua squadra, lo Schuster, affronta l'Asd Tigers. Al ritorno a casa, felice per la vittoria, ma sconfortato per l'insulto il ragazzo racconta tutto alla madre. Come hanno fatto negli spogliatoi i suoi compagni di squadra dopo la gara.

Claudio Rossi, coordinatore della polisportiva Asd Schuster di Lambrate non nasconde il suo rammarico come riferisce Cesare Giuzzi sul Corriere: "Nessuno ha sentito quelle parole. Altrimenti avremmo fermato immediatamente la partita e allontanato la persona dalla tribuna. Il razzismo? Nel basket è raro, nel calcio gli episodi sono più frequenti. Ma tutto questo deve far riflettere".

La mamma, preoccupata, lancia un doveroso allarme sui social media: "Mio figlio è stato adottato in Etiopia. È italiano dalla pelle nera. Vorrei ringraziare quei genitori che dagli spalti gli hanno urlato "negro di m.„". Complimenti. Evviva Io sport."

La testimonianza di Pierluigi Marzorati, presente alla partita nel secondo tempo: Ho visto Giacomo al momento della premiazione (un torneo triangolare di commemorazione, ndr), è venuto anche a stringermi la mano. Era tranquillo. Episodi simili sono da condannare anche perché parliamo di un torneo in ricordo della moglie di un dirigente. Ma si è trattato di una persona imbecille in mezzo ad altre cento."

La reazione positiva dell' Asd Tigers: "Da sempre lottiamo contro ogni discriminazione e continueremo a farlo fino a quando episodi come questo non esisteranno più. Oltre che insegnare le fondamenta del basket, l'essere squadra e il rispetto per gli altri sono alla base della nostra attività giornaliera". La società, per inciso, aveva lanciato una 24ore di basket contro il razzismo in via Padova giusto due settimane fa.

La replica della mamma: "I Tigers si sono subito scusati e anzi, hanno invitato Giacomo ad allenarsi con loro. La società non c'entra, non voglio che si alimenti l'odio. Il problema è l'idiozia di certe persone e di un certo linguaggio che purtroppo è diventato sempre più frequente ovunque. Anche nelle istituzioni".

Riflettiamo che forse nel movimento cestistico italiano si possa essere data per scontata l'adesione ai nostri valori da parte di tutte le componenti. Adesso però il mutamento sociale e nuove pressioni contro l'uguaglianza - in un mondo che sta affrontando tra immigrazione e cambiamenti climatici dei mutamenti che sconcertano e lasciano il segno - ci devono far riflettere se occorre mettere in campo nuove azioni di comunicazione con i genitori dei ragazzi tesserati. Prevenire ed educare.


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