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Daniel Hackett e la maturità: dopo il trionfo con il CSKA, riecco la Nazionale

di Redazione Pianetabasket.com

La vita è fatta di alti e bassi, e le carriere sportive lo sono altrettanto. Forse è quello che rende più saporito il gusto della vittoria, della realizzazione, e della spinta a superare il passato per costruire un futuro diverso. Chissà, forse stiamo facendo solo accademia filosofica, ma dall'intervista concessa da Daniel Hackett a Marino Petrelli de Il Messaggero. Ecco alcuni passaggi.

Vitoria. L'Eurolega è un palcoscenico secondo soltanto all'Nba e vincerla per me è una gioia immensa. Siamo stati solidi e costanti per tutta la stagione e siamo arrivati alla Final Four in salute, a differenza ad esempio del Fenerbahce che invece ha dovuto fare a meno di Datome e altri. Abbiamo avuto le.., diciamo gli attributi giusti per arrivare fino in fondo. E per me si tratta di una bella prova di maturità.

Siena, Milano, Olympiacos, Mosca. Ogni vittoria è bella, ma vincere qui ha un sapore diverso. Mosca è la città dell'hockey, anche del calcio, ma quest'anno il basket è sul tetto d'Europa. Vedere così tanti tifosi in aeroporto al nostro ritorno a casa ci ha gratificato e personalmente mi ha esaltato ancora di più.

Pesaro. Pantano mi ha fatto crescere, mi ha dato tutto. Al bar del quartiere hanno visto la partita tutti insieme e hanno gioito per me (compresa mamma Katia alle prese con la scaramanzia, ndr). Ringraziamenti? I miei genitori per primi, mia moglie Elisa che mi ha dato grande serenità, tanti amici pesaresi, ma anche Franco Del Moro, ex presidente della Scavolini Pesaro, un uomo che nei momenti difficili della mia carriera ha saputo comprendermi e farmi rialzare.

Road to China. Ora più che mai il passato è alle spalle, c'è voglia di fare bene e i Mondiali saranno l'occasione giusta per tutto il gruppo. Sacchetti allena bene e ci fa divertire, vogliamo superare il girone, poi vedremo cosa succederà. Personalmente, sono pronto e maturo per dare il mio contributo.

Pesaro 2. Dal 27 al 30 giugno, Pesaro sarà la capitale del playground. Avremo Moss, Moraschini, Aradori e tanti altri amici - conclude -. Io vestirò la maglia della Vuelle e sono orgoglioso di vederla ancora in Serie A, nonostante le salvezze travagliate di questi ultimi anni. Spero che il futuro del basket pesarese sia migliore.


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