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Esclusiva PB: Rosa Cupido fantasia e ragione al servizio della Oxygen

di Eduardo Lubrano

Rosa Cupido. L’equilibratrice con raziocinio e fantasia.  Da quando lei ha più minuti e parte in quintetto, la Oxygen Roma sembra aver trovato quella quadratura del cerchio che ha cercato per mesi.

Il merito non è mio o solo mio – si schernisce la giocatrice di Pompei, ingegnere ed appassionata del videogioco Fortnite – ma di tutta la squadra che in mesi molto complicati ha fatto di tutto con lo staff per trovare quell’equilibrio che ci sfuggiva sempre perché una di noi si faceva male, oppure quando Egle (Sventoraite ndr) è dovuta correre dalla mamma e poi tornata lei un altro problemino che però ci ha costretto a cambiare ancora. Ora che stiamo tutte bene, lo dico piano però per scaramanzia, abbiamo trovato quell’equilibrio che ci ha permesso queste tre vittorie consecutive”

Tre vittorie di seguito che vi proiettano nei playoff. Ci avete sempre creduto?

“Sì. Perché nonostante tutto vedevamo il lavoro che facevamo in palestra e non potevamo pensare di non farcela. Ci siamo messe sotto sempre molto duramente in palestra e concentrandoci in modo molto forte su quelle che sapevamo essere le partite che dovevamo vincere per coltivare questo sogno. Oggi siamo più tranquille ma il lavoro non è finito, manca la partita con Brescia in casa che sarà decisiva. Saremo pronte”.

A Faenza lei ha giocato una delle sue migliori partite della stagione. La classica partita dell’ex?

“Non posso nascondere che per me è stata una partita dalle emozioni molto forti. Ho giocato due anni lì e mi sono trovata benissimo, sono legatissima a quella città ed a quella società. Ma adesso gioco per Roma e quindi la mia partita doveva essere quella che ho fatto per la mia nuova squadra”.

Avete un grande potenziale offensivo ma la difesa di squadra ancora latita…

“Noi siamo una squadra con tante giocatrici capaci di fare tante cose e giocare in ruoli diversi. Tecnicamente e tatticamente siamo complete. Siamo una squadra che non molla mai un pallone o una partita anche quando il tempo è finito. Però non siamo perfette quindi un “peccato” ce lo possiamo avere. E’ vero che non tutte noi siamo dei gran difensori ma garantisco che ogni giorno ci lavoriamo sodo in palestra. In affetti abbiamo preso troppi punti contro squadre non abituate a giocare agli 80 punti. E quando giochi a così alto punteggio il rischio di non riuscire a fare un punto più delle tue avversarie è molto alto”.

Adesso è lei che guida la squadra in campo, qual è l’obiettivo principale per lei?

“Torno sulla questione dell’equilibrio. Abbiamo giocatrici con tanti punti nelle mani quindi è difficile gestire tanti attaccanti così forti. Io delle tre esterne piccole sono quella che gioca principalmente e solo nel ruolo di playmaker quindi il mio obiettivo è trovare il modo di far rendere tutte al meglio delle loro possibilità, valutando anche l’avversaria di turno e le difese che ci vengono impostate contro. In certe partite per esempio il P&R è preferibile giocarlo con Leia (Dongue,ndr) in altre con Egle (Svetoraite,ndr) perché hanno un modo diverso di interpretarlo. A Faenza abbiamo scelto di giocare in prevalenza con Leia che infatti ha dominato”.

Visto che l’obiettivo playoff è quanto meno in vista, se dovesse andare tutto bene, con chi preferirebbe giocare Venezia, Schio o Bologna?

“Io dico Venezia non perché non sia la più forte anzi. Ma perché è quella delle tre grandi, con la quale fino ad oggi ce la siamo giocata meglio e fino a poco dal termine eravamo lì con loro nel punteggio. Inutile dire che Venezia è fortissima, che ha una rosa infinita e lunghissima, come Schio e Bologna quindi dove caschi, caschi bene. Ma intanto finiamo il lavoro e pensiamo a Brescia”.

A proposito di lavoro: lei ha sempre detto che dopo la carriera di giocatrice lascerà il basket per seguire quello che ha studiato: ingegneria della sicurezza. Ci spiega il suo piano B?

“Io potrò occuparmi del controllo delle regole di sicurezza in un’azienda, fare in modo che queste regole vengano rispettate. Ho giocato tanto al nord Italia ed ho visto la differenza col sud dove nella maggior parte dei casi sembra non importi a nessuno della sicurezza dei lavoratori. Il mio obiettivo è diventare RSPP, Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione, una figura importantissima oggi”.


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