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Gianluca Basile ricorda il suo arrivo a Reggio Emilia:« Max Menetti mi dimenticò alla stazione»

di Redazione Pianetabasket.com
Fonte: Gazzetta di Reggio
Gianluca Basile

Non soltanto Nicolò Melli. A Milano c'è un altro grandissimo ex, reggiano questa volta d'adozione ma biancorosso sino al midollo per pedigree sportivo: Gianluca Basile, trentotto anni, alla sua prima stagione nella EA7 Armani Jeans. Desideroso di spezzare il lungo digiuno delle scarpette rosse, con un solo scudetto (quello vinto nel '96 in finale play off con la Fortitudo Bologna) negli ultimi 23 anni.

Baso, da quante stagioni gioca a basket?
«Avevo iniziato a otto anni a Ruvo di Puglia,il mio paese natale. Dai diciotto ai ventitré sono stato a Reggio».

Poi sei stagioni a Bologna ed altrettante nel Barcellona: ma al di fuori dello sport, davvero aveva fatto il contadino?
«Verissimo.Dai 14-15 anni, sino alla maggiore età ho lavorato nell'azienda di papà Francesco. Ha 74 anni, è ancora attivo».

Sua moglie Nunzia, 36 anni, le ha dato tre figlie: Alessia, 13enne, Manuela (9) e Federica, 7...
«E nella Pallacanestro Reggiana c'è ancora mia sorella Diana, 36 anni. Si è sposata con un reggiano, Cristiano, hanno tre gemelli di 7 anni: Rebecca, Alessandro e Davide. Nel tempo libero corre».

La Trenkwalder al PalaBigi ha superato tutte le squadre che la seguono ma è stata sconfitta da chi la precede.
«E' normale. Sta facendo un grande campionato, non dimentichiamo che è partita per salvarsi. Si è qualificata per la final eight, contro Siena ha mollato solo nel quarto parziale, a tre minuti dalla fine. E' organizzata bene e tutti possono fare canestro. Sono felice per la classifica che ha».

Anche per coach Massimiliano Menetti?
«Mi doveva venire a prendere alla stazione il giorno che arrivai in treno da Barletta a Reggio, aveva fatto tardi il sabato notte e si dimenticò a letto. Mi fece stare due o tre ore da solo in stazione, era la prima volta in assoluto che uscivo dalla Puglia, avevo appena compiuto diciotto anni».

Lui ne aveva venti e si era già diplomato chef, a Salsomaggiore Terme...
«Già, glielo ricordava spesso Dado Lombardi. Ma quel giorno io ero nel panico totale, i telefonini erano poco diffusi e mi dispiaceva presentarmi in sede in ritardo».

La Trenkwalder reggerà sino alla fine?
«Lo spero tanto. Anche per il massaggiatore Beppe Bellelli, che ho rivisto con piacere nell' amichevole a Reggio e per l'istituzione Gianni Pastarini, oltreché per il dg Alessandro Dalla Salda».

La penultima promozione fu firmata proprio da lei.
«Ai play off, con Giordano Consolini in panchina, era nel '97. Sono felice che Reggio sia risalita in serie A».

Con Basile Reggio arrivò la semifinale scudetto, dopo la salvezza all'ultima giornata, grazie al canestro di Donato Avenia da lontano.
«L'anno scorso ne ho messi due anch'io, da quasi metà campo, contro il Fenerbahce e, all'ultimo secondo, contro Bilbao. In passato c'ero riuscito a Varese, da metà campo, quando eravamo sotto di uno ed in Spagna all'ultimo secondo, per caso. E poi con la Fortitudo segnai un altro canestro casuale».

Alla Trenkwalder è appena tornato Troy Bell, ex Barcellona, ma... Pozzo di Gotto.
«Ha tiro, può fare tutto, è un buon playmaker- guardia».

Lei perchè è rientrato in Italia?
«Il Barcellona non mi aveva rinnovato il contratto, nel 2011. Venivo da un anno di stop, per una frattura da stress ad un piede».

A Cantù aveva firmato un biennale...
«La società ha fatto altre scelte, è rimasto capitan Mazzarino, mio coetaneo e nello stesso ruolo. Era impossibile continuare con due veterani nei ruoli perimetrali».

Sino a quando giocherà?
«Finché mi resta la voglia. Sono integro, sul piano muscolare e tendineo».

Come ha vissuto il licenziamento di Fabrizio Frates che a Reggio firmò promozione e finale di Coppa Italia?
«Dall'esterno è sembrata un' anomalia. In genere paga l'allenatore, o i giocatori, difficile che accada per lo staff. Ha deciso il presidente Livio Proli, avrà avuto le sue ragioni, come atleta non posso giudicarle».

Domani al Bigi migliorerete il record di otto vittorie esterne di fila?
«Lo speriamo. Abbiamo eguagliato la striscia milanese ottenuta da Dan Peterson, a metà degli anni '80».

Melli è in quintetto?
«Coach Sergio Scariolo lo alterna con il greco Fotsis, spesso esce dalla panchina».

Vanni Zagnoli


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