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Italia - Nico Mannion dalla corte di Curry alla caccia delle Olimpiadi

di Redazione Pianetabasket.com

Mentre negli USA Steph Curry è indeciso se partecipare o meno alle Olimpiadi di Tokyo, la sua giovane riserva Nico Mannion è a Milano a sudare con la maglia azzurra per cercare la difficile strada per il Giappone con il Preolimpico di Belgrado. Ecco le sue risposte alla stampa italiana.

Debutto. Ricordo quando ho debuttato in Nazionale tre anni fa. Era la prima volta che i miei genitori venivano a vedermi in azzurro. Ho guardato verso mia madre al momento dell'inno: stava piangendo. E ha emozionato anche me. Italia. E' un onore far parte di un gruppo come questo. Ci sono grandi giocatori,sto già imparando tanto da loro, soprattutto los tile di gioco che credo si adatti perfettamente al mio modo di essere in campo. Non mi succede spesso di giocare con la scritta Italia sul petto, ma ogni volta è un'emozione enorme. Cercherò di portare in azzurro un tocco di americanità, provando ad essere aggressivo in ogni situazione offensiva e a difendere forte. In questo aspetto del gioco mi sento molto migliorato

Esordio nella NBA. Ho avuto diversi momenti da film. Il primo la sera del Draft, quando mi ha chiamato Curry. Poi la prima partita, contro Brooklyn. E quando abbiamo giocato contro i Lakers, quando mi sono ritrovato da solo a difendere su LeBron. In quei momenti non devi pensare più di tanto, perché sei in campo contro i tuoi idoli e non devi distrarti troppo

Steph Curry. Uno tra i più forti, o addirittura il più forte play di tutti i tempi: giocando con lui si impara ogni giorno.

Carriera. Papà è arrivato qui a 30anni, dopo 6 stagioni NBA: si è trovato talmente bene che non è più tornato negli Usa, oltre ad avere conosciuto mia madre. L'Italia? Non la scarto a priori: amo questo Paese e potrebbe essere una grande opportunità. Ma oggi penso solo alla NBA e a cercare di restarci il più a lungo possibile.


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