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Lega A - Il capitano dell'Enel Brindisi racconta il suo sogno

di Dario Recchia

Questa è una bella storia di sport, una di quelle semplici ma che allo stesso tempo raccoglie speranze, illusioni, gioie e tanti sacrifici. Di un ragazzo campano che decide di provare a prendere un treno in corsa, di aggrapparsi saldamente allo stesso  nella speranza di scendere il piu’ tardi possibile. Insomma come la tua vita puo’ cambiare in dodici mesi. Passare da buon giocatore nelle serie “minori” a firmare un contratto in Lega A. Magari nella tua città adottiva, quella dove hai conquistato una promozione in Legadue nel 2008, quella dove hai trovato l’amore della tua vita. E magari disputare qualche partita in campionato cosi come difendere la tua maglia in EuroCup. E magari ritrovarsi l’anno successivo ad indossare ancora quella maglia con la fascia di Capitano al braccio. Un eredità importante dopo nomi eccellenti, da Bonaccorsi a Parente, da Bulleri a Zerini solo per citarne alcuni in epoca recente che hanno avuto l’onore e l’onere di essere i capitani di questa città. Questa, in sintesi, la storia di Marco Cardillo, classe 1985, capitano dell’Enel basket Brindisi.

Ma partiamo da quella famosa stagione 2007/8 in cui Cardillo gioco’ per la prima volta con la maglia di Brindisi.

“Quello fu un  anno sfortunato per via di un infortunio al ginocchio che penalizzo’ tanto la stagione. Peccato perché avevo iniziato bene riuscendo a guadagnarmi diversi minuti nonostante avessi compagni molto forti come Tommy Plateo e Michele Cardinali (altro famoso Capitano biancoazzurro ndr) in quel ruolo. Fu in quel periodo, credo fosse febbraio, che conobbi mia moglie Federica  una sera in cui ero a cena con i miei compagni. Lei, cosi come la mia famiglia (mamma Benedetta ex giocatrice di serie A di basket femminile e papà Francesco ex Nazionale di rugby ndr) mi furono molto vicini in quel periodo particolare della mia vita.”

E poi, dopo l’esperienza Brindisi, in giro per i campi di mezza Italia.

“Dopo Brindisi ho giocato a S.Antimo, Agrigento, Ferentino, Bari, Chieti sempre in serie B e mai e poi mai avrei pensato di ricevere una chiamata in Lega A da Brindisi”.

Ed invece

“Il mio procuratore mi informa che Brindisi mi aveva proposto un contratto. Dovevo scegliere se continuare ad avere minutaggio al piano di sotto oppure provare  a fare il grande salto in un campionato fisico, tecnico ed atletico. Ci ho pensato mezza giornata e poi ho deciso di accettare la sfida”.

E come è andata all’inizio.

“Dura, difficile. Ho studiato molto per adeguarmi ai ritmi diversi di gioco, di intensità. Il livello fisico è molto alto ma, vuoi per i tanti infortuni di alcuni miei compagni, in casa contro Reggio Emilia nella partita di EuroCup entrai e misi subito  una tripla. Quel tiro mi diede tanta carica ed energia ma soprattutto consapevolezza che forse potevo provare a dare anch’io il mio contributo. A casa mia, nella mia città  adottiva”.

E quest’anno il rinnovo del contratto con la ciliegina sulla torta della fascia di capitano.

“Ho saputo di essere diventato il capitano dell’Enel Brindisi solo durante la presentazione della squadra. Una emozione enorme ed una grande responsabilità. Devi saper capire le situazioni in campo e fuori ed avere la capacità di gestirle. Farlo a Brindisi poi è diverso, una piazza molto competente ed esigente. Ma sono orgoglioso di portare questa fascia e l’altra sera, nella prima in casa al Memorial Pentassuglia, ho avuto un po’ di sana emozione.”

Quest’anno un roster nuovo, con il solito Scott reduce dallo scorso campionato e tanti giovani interessanti.

“Il nostro è un gruppo che deve fare ancora un grosso lavoro. Dobbiamo capirci tra di noi ed avere tanta pazienza per un gruppo che, vi assicuro, ha enormi potenzialità. Con il tempo lo stesso svilupperà tutto il suo talento. Purtroppo, sino ad adesso abbiamo disputato un difficile precampionato per i tanti infortuni che ci hanno impedito di fare una buona preparazione. Anch’io sono stato fermo per diversi giorni ma, appena potremo allenarci al completo, migliorerà decisamente il nostro feeling.”

 Sacchetti che da questa stagione siede sulla panchina dell'Enel, un coach che ha un idea di basket molto diversa da tanti suoi colleghi.

“Anche quest’anno il clima è sereno, con Sacchetti si lavora molto bene. Dobbiamo migliorare il lavoro in difesa cosi come la nostra aggressività nello sviluppo del gioco.”

Quali sono le tue aspettative quest’anno ?

“ Voglio continuare a fare quanto di buono fatto lo scorso anno magari provando a portare a casa qualche vittoria in piu’. Ci mettero’ il massimo impegno provando a coinvolgere tutti i miei compagni”.

Ultima domanda : cosa farà da grande Marco Cardillo?

“Mi piacerebbe restare nell’ambiente cestistico magari lavorando con i giovani. E’ un pensiero sul quale inizio a pensarci. Ma attenzione: mi sento ancora bene fisicamente e voglio provare a dare tanto al basket, a questa squadra, a questa società, a questi straordinari tifosi. Ne riparliamo tra qualche anno”.

Una promessa da capitano. C’è da crederci!!!


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