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Lega A - Jerome Dyson, il leader che la Virtus Roma va cercando

di Redazione Pianetabasket.com

Coach Bucchi l'aveva voluto per la prima volta in Italia a Brindisi, per un campionato sopra le righe che valse il trasferimento a Sassari per firmare il triplete del club sardo. Adesso l'allenatore e Jerome Dyson si sono incontrati di nuovo e non è un segreto che sarà lui a dover essere il leader della Virtus Roma appena tornata in serie A. L'intervista di Fabrizio Fabbri sul Corriere dello Sport, un estratto.

Capitano. Ho sempre giocato da playmaker, un ruolo fondamentale nel basket e per questo ho imparato a gestire la pressione. Se un play gira, fa andare bene tutto il gruppo. Questo cercherò di fare anche qui nella Virtus Roma. Essere capitano mi riempie immensamente di orgoglio e aumenta le mie responsabilità nei confronti dei compagni, dello staffe dei tifosi. Lo ero stato negli Usa, da giovane. E la prima volta che mi capita in Europa, ma sono pronto.

Bucchi. Sono a Roma proprio per lui. La stagione di Brindisi è stata eccezionale per tutte le persone che la hanno vissuta, e a me ha dato poi opportunità di crescere e vincere prima a Sassari e poi a Gerusalemme con l'Hapoel. Mi ha migliorato come uomo e come giocatore, e certe cose non si dimenticano.

Sacchetti e Pianigiani. «Quello che è accaduto con Sassari penso resterà nella storia del basket italiano. Il "triplete" è qualcosa di inimmaginabile, invece ci siamo riusciti. Merito di Sacchetti, un grande, di una squadra che non si poneva limiti e giocava a viso aperto contro tutti. Per questo dico die il peso specifico di quelle vittorie rimane unico, non paragonabile con quanto ottenuto poi con l'Hapoel. Alcune cose simili però ci sono state. Entrambe le squadre avevano appunto dei grandi coach, preparatissimi ma diversi. In ogni gruppo c'era un giocatore in grado di uccidere da solo la partita. Personalmente ricordo gara-7 a Reggio Emilia. Misi a segno due jump-shot che in pratica ci hanno regalato lo scudetto. Con l'Hapoel invece nella partita decisiva ero in trance agonistica. Segnai sei o sette triple e fu un'apoteosi. Mi piace essere un leader, un vincente. Lo capiranno anche a Roma.

Virtus Roma, oggi. Combatteremo su ogni pallone dal primo all'ultimo minuto per uscire dal campo senza aver alcun rimorso. Il campionato sarà lungo e difficile, quindi non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Chiediamo però ai nostri tifosi di scendere in campo con noi. La loro spinta, l'entusiasmo possono essere un'arma in più. Il Palazzo dello Sport dell'Eur è un impianto favoloso ma grandissimo: sarà importante che in tanti si convincano a dividere questa avventura con noi.


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