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Livio Proli: "bravi Banchi e Portaluppi nel gestire il gruppo dopo la Coppa Italia"

di Redazione Pianetabasket.com

Peitro Scibetta per La Stampa ha intervistato Livio Proli. Ne è venuto fuori un ritratto molto realista della situazione in casa Olimpia, che ingranata una marcia superiore dopo l'arrivo di Daniel Hackett, sembra lanciata verso un grande futuro.

Livio Proli: «La crescita di Milano ha stupito anche me». «I segreti? La fame e nessun folle ingaggio». Parola di presidente

Livio Proli, presidente da 6 anni dell'Olimpia Milano e direttore generale del Gruppo Armani (proprietario anche del club), si gode la leadership in A e i playoff in Eurolega. Con il sogno di arrivare alla final four di Milano.

Dopo l'exploit europeo Keith Langford ha twittato: «Alzi la mano chi se lo sarebbe immaginato». Lei la alzerebbe?
«Onestamente non lo so. Da sempre preferisco concentrarmi sul trend di crescita della squadra, pronto sempre ad accettare il peggio e gioire per il meglio».

Vi siete sempre legati molto alla figura dell'allenatore: come definisce Banchi?
«Un uomo-azienda, che ha accettato il nostro approccio: la ricerca di gente affamata e anche una politica di ingaggi meno dispendiosa».

Però siete partiti dal volere 8-9 giocatori importanti ad averne anche 15. Non lo trova incoerente? «Abbiamo effettuato correzioni dovute a cause ben precise, come gli infortuni. Non vedo incoerenza ma determinazione».

La Coppa Italia è stata una batosta non da poco. Per merito di chi o cosa non siete implosi?
«Se devo dare meriti particolari, dico Luca Banchi e Flavio Portaluppi, che è gm e ad: un binomio che ha trasformato un errore fastidioso in un'occasione per crescere».

Portaluppi è stato contestato dagli ultra dopo i Daspo per la protesta durante un allenamento dopo la Coppa. La sua opinione?
«Un gruppo ristretto di giovani ultra si è fatto manipolare ingenuamente da poche persone in cerca di protagonismo. Se c'è un uomo Olimpia vero, professionista serissimo e appassionato, si chiama Flavio Portaluppi. Chi lo insulta non può avere nulla a che fare con noi».

Le difficoltà di Inter e Milan vi «aiutano» a attrarre pubblico?
«Più che alle loro sfortune, darei il merito all'atteggiamento dei ragazzi in campo, alla loro disponibilità con i tifosi e ovviamen- te ai risultati».

Politica del basket: avevate fatto un esposto contro Siena salvo poi appoggiare Ferdinando Minucci alla presidenza di Lega. Ce lo spiega?
«L'esposto era legato a un episodio specifico, ma credo che Minucci abbia i requisiti per provare a cambiare le cose in Lega, con un ruolo diverso dal dirigere un club. Vedremo se la scelta delle 14 società su 16 che l'hanno votato si rivelerà giusta. Mi auguro che la sua esperienza, con quella del presidente federale Petrucci, aiuti il basket in una fase in cui bisogna parlare poco e lavorare moltissimo».

Però Minucci lascia una società in liquidazione e con risvolti giudiziari...
«I club hanno guardato ai programmi e non mi sembra che ve ne fossero di migliori. Abbiamo convenuto sul rispetto della presunzione di innocenza, che al momento è dovuta».

I lavori per il Palalido sono ripresi, ma con un progetto che non rispecchia le vostre esigenze di pubblico. Il suo pensiero?
«Per le risorse disponibili a Milano, siamo anche fortunati ad avere il progetto del Palalido, e potremo sempre contare sul Forum per le gare di cartello. Il Palalido permetterà di lavorare bene alla prima squadra e anche al settore giovanile».

 


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