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Luigi Lamonica può tornare ad arbitrare in Italia in un settore in crisi

di Redazione Pianetabasket.com

Al sole di Capo d'Orlando, dove sembra che stia cercando casa, Luigi Lamonica e il suo telo mare facilmente riconoscibile dalla scritta «Final Four Belgrade 2018» sono intercettati da Salvatore Pintaudi de La Gazzetta dello Sport per una lunga intervista, di cui riportiamo alcuni passi.

Legabasket e FIP, gli attestati di stima. «Ringrazio i dirigenti che si sono ricordati e hanno avuto belle parole nei miei confronti, ma devo chiarire che non arbitro più in Italia perché quando sono arrivato a 50 anni c'era una regola che imponeva il fine carriera. Un tetto, quello dell'età, che in Fiba (organo che gestisce la pallacanestro mondiale, ndr), non c'è scritto da nessuna parte. In Italia si sono accorti soltanto da poco che questa era una discriminante troppo penalizzante e l'hanno così abolita. Sempre comunque in ritardo rispetto a nazioni come Francia, Spagna e Germania dove è stata cancellata da tempo .

Lo stato di salute del settore. Oggi ci sono carenze di vocazione. Il problema però non è il reclutamento bensì il mantenimento. Nel 2012 era stato fatto un progetto per riorganizzare il settore, dopo qualche anno è stato chiuso. Ritengo che a 16 anni non puoi mandare un ragazzo ad arbitrare da solo, lo devi accompagnare, gli devi dire dove sbaglia, dove fa bene. Se c'è un talento lo devi mettere in condizione, devi aiutarlo sempre. Arrivare in Serie A può essere facile, ma questo non basta per riuscire ad arbitrare una finale di Olimpiade. Devi lavorare, seguire queste persone, serve un investimento serio. In Francia 10 anni fa hanno preso 6 internazionali, li hanno fatti diventare professionisti. Questi ora arbitrano gratis in campionato, ma hanno un contratto a tempo indeterminato per consigliare i migliori giovani. Ecco, dovremmo cercare di imparare da quelli più bravi di noi.

Le prospettive dell'Olimpia in EuroLeague. L'Eurolega è un torneo a parte, dove è indispensabile programmare. Penso che quest'anno a Milano stiano facendo le cose per bene: hanno confermato un gruppo dove c'è forse la migliore coppia di centri d'Europa, Gudaitis e Tarczewski, trovando poi un play come James in grado di fare girare tutta la squadra, nonché grande realizzatore. Insomma, ritocchi di qualità, in un'ossatura già forte. Meritano di andare avanti avendo anche una società solidissima e un pubblico incredibile.


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