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WNBA - 10 mesi in prigione russa, Brittney Griner: "Avevo pensato al suicidio"

di Redazione Pianetabasket.com

Arrestata il 17 febbraio 2022 all'aeroporto di Mosca perché in possesso di alcune cartucce di olio di cannabis, la campionessa di pallacanestro Brittney Griner era stata poi processata e condannata a 9 anni di carcere per spaccio internazionale di droga. La sua liberazione è avvenuta con uno scambio di prigionieri come ai tempi della guerra fredda dopo 10 mesi. Cosa è successo in questo lunghissimo tempo passato in galera invece che giocando a Basket con la squadra dell'UMMC Ekaterinburg lo ha scritto in un libro, "Coming home", che esce il 7 maggio in libreria.

Suicidio. “Nelle prime settimane di prigionia ho pensato più volte al suicidio, ma non l'ho fatto perché ero sicura che non avrebbero dato il corpo alla mia famiglia."

Condizioni disumane. "Nella mia cella il materasso aveva un’enorme macchia di sangue. Ti danno queste due lenzuola sottili, quindi praticamente ti sdrai sulle sbarre. La metà dello stinco fino ai piedi è incastrata tra le sbarre, ma non vuoi davvero infilare le gambe e le braccia nelle sbarre, perché qualcuno sale le afferra e te le spezza. Mi davano un rotolo di carta igienica al mese e un dentifricio vecchio di più di dieci anni: lo usavo per eliminare la muffa dalle pareti della cella. C’erano dei ragni sopra il mio letto che facevano i nidi nei capelli, li ho dovuti tagliare. Alla fine sei costretta a fare quello che ti dicono per evitare altro”. 

Le scuse a Putin per uscire di carcere. "Ho dovuto chiedere perdono e ringraziare il loro cosiddetto 'grande leader. La lettera era in russo e non volevo firmarla, ma allo stesso tempo volevo tornare a casa".


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