.

FIBA WC Africa: il Sud Sudan fa la storia e si qualifica per i mondiali!

di Redazione Pianetabasket.com
Fonte: Davide Colotti

(di Davide Colotti). Suona l'ultima sirena ad Alessandria D'Egitto: il punteggio dice 83-75, il Sudan del Sud ha battuto il Senegal e può cominciare la festa della nazione più giovane del mondo. Spinti da un incontenibile Nuni Omot (26+8r+4a per l'ala dei Westchester Knicks in G League), i ragazzi di Luol Deng centrano al primo match point il traguardo della prima e storica partecipazione iridata.

La nazione più giovane del mondo va ai Mondiali. Il Sudan del Sud, ad oggi ultimo e più recente Stato sovrano riconosciuto dalla comunità internazionale, stacca con amplissimo merito il pass per la Coppa del Mondo 2023, a soli 12 anni dalla dichiarazione di indipendenza dalla Repubblica del Sudan e a soli 10 dalla fondazione della sua federazione cestistica nazionale. Pioniere del basket sud-sudanese quando ancora la nazione era un lontanissimo miraggio è stato il leggendario e compianto Manute Bol, visto brevemente a Forlì a fine carriera e, a pari merito con Gheorghe Mureşan, giocatore più alto nella storia della NBA.

Bol, il cui figlio è ora in forza agli Orlando Magic di Paolo Banchero, fu mentore dell'altra grande stella del basket sud-sudanese che non poté vestire i colori della nazionale in quanto non ancora esistente: l'ex Chicago ed NBA All-Star Luol Deng. Più recentemente noto per il contratto con i Los Angeles Lakers che gli ha fruttato ingenti guadagni anche dopo il ritiro, Deng si è dedicato allo sviluppo della nascente federazione cestistica della sua terra d'origine, da cui dovette fuggire da bambino a causa di una guerra civile che ha insanguinato i due Sudan per lustri. Presidente e selezionatore, l'ex olimpionico britannico ha portato in pochi anni le "Bright Stars" sud-sudanesi sulla mappa del basket globale con risultati che possono sorprendere solo chi non ha ben chiaro il potenziale a disposizione di un gruppo che ha peraltro raggiunto la qualificazione ai Mondiali senza far vestire la canotta della nazionale ad alcuni fra i giocatori eleggibili più forti e rappresentativi. Nella terra di alcune delle etnie con l'altezza media più elevata del pianeta, c'è potenzialmente un reparto lunghi da fare invidia a molti, in primis a un'Italia che da anni cerca un 5 titolare per i palcoscenici internazionali, ma non solo altezza: anche tecnica e atleti già formati ai quattro angoli del globo, tra NBA (Bol Bol e Wenyen Gabriel), Eurolega (prima Duop Reath, poi Marial Shayok) e una folta pattuglia nella NBL, il competitivo campionato australiano.


Sud Sudan: il miracolo mondiale e quel forte legame con l'Australia
All'interno dei 10 team del campionato australiano sono presenti anche i New Zealand Breakers: va da sé che la lega abbia assunto carattere più continentale che nazionale, e ogni atleta australiano e neozelandese è considerato "locale" nella composizione dei roster.
Nella multietnica Australia il basket è ancora feudo "wasp", ed è abbastanza frequente assistere a spezzoni di partita in cui si vedano in campo 10 bianchi anglo-sassoni, con pivot vecchia scuola e ali grandi interne, mediamente più alte dei centri della nostra LBA. Ma la situazione sta cambiando.
In ragione del massiccio esodo di profughi della lunga e articolata guerra civile sud-sudanese, da anni in Australia è presente una comunità abbastanza nutrita di rifugiati provenienti dalla neonata nazione africana, e la cosa è particolarmente evidente nel campionato di basket, dove il più folto gruppo etnico di australiani di seconda generazione proviene proprio dal Sudan del Sud, e inizia a emergere una discreta colonia di talenti, la cui maggiore espressione finora è stata Jo Lual-Acuil, figlio di un ex ministro del primo governo sud-sudanese indipendente, che ha lasciato la Melbourne dopo una stagione stellare firmando un ricco contratto cinese.

Sud-sudanesi d'Australia si trovano oggi in quasi tutte le squadre: Sunday Dech e Deng Acuoth (Adelaide), Lual Diing e Gorjok Gak (Brisbane), Lat Mayen, Bul Kuol e Majok Deng (Cairns), Wani Swaka Lo Buluk, Deng Deng, Mangok Mathiang e Akoldah Gak (Illawarra), Makuach Maluach, David Okwera, Malith Machar e Joshua Duach (Melbourne), Majok Majok (Perth), Junior Madut (South East Melbourne), Kouat Noi e Jackson Makoi (Sydney). 19 in totale, quasi due per team, con il nome di spicco di quel Mangok Mathiang che benissimo fece a Cremona prima di infortunarsi gravemente.

Il vento sta cambiando in NBL, dicevamo, come testimoniano i 6 sud-sudanesi contemporaneamente sul parquet durante un Melbourne-Sydney di inizio stagione, e gli 8 possibili a referto ad ogni sfida tra Melbourne e Illawarra. C'è, logicamente, molta NBL anche nella selezione delle Bright Stars di Luol Deng. Basti pensare che 10 dei 22 preconvocati per l'ultima finestra di qualificazioni hanno giocato in Australia e, nel roster a 12 per la gara che ha procurato lo storico pass mondiale, erano arruolati 5 giocatori NBL (Sunday Dech, Deng Acuoth, Bul Kuol, Majok Deng e Deng Deng), a cui aggiungere l'ex Cairns e Sydney Kuany Kuany: 6 dei 12 nuovi eroi nazionali si sono formati cestisticamente in Australia, e mancavano Jackson Makoi e il già citato Lual-Acuil, che sarebbero sicuramente entrati nei 12.
Altri sud-sudanesi d'Australia, eleggibili per entrambe le nazionali, scelgono invece di vestire la canotta dei Boomers: è il caso dei più celebri Deng Adel e Thon Maker. C'è poi chi, a livello amichevole, ha rappresentato entrambe le nazioni, come Sunday Dech.

Un'ulteriore misura del fenomeno Sud Sudan in NBL lo può dare il confronto con altre etnie minoritarie, indigene ed esterne.
Nel basket NBL sono molti di più i figli di richiedenti asilo sud-sudanesi che quelli di storici bacini migratori australiani come Grecia (nessun cestista NBL è greco-australiano, come per esempio i tennisti Mark Philippoussis e Nick Kyrgios, quest'ultimo che figura nel pool di proprietari dei South East Melbourne Phoenix), Italia (l'unico alfiere è il neozelandese Anzac Rissetto, figura marginale nel roster degli stessi SEM Phoenix) e Balcani (la guardia di Sydney Dejan Vasiljevic l'unico starter, altri nomi di rilievo Anthony Drmic, Fabijan Krslovic, Tom Vodanovich, Mirko Djeric e Grant Anticevich). I sud-sudanesi sono molti di più anche rispetto ai ragazzi con sangue aborigeno. Dopo l'uscita di scena del veterano Nate Jawai (lungo ex Raptors, Timberwolves, Partizan, Kazan, Barcellona, Galatasaray e Andorra) il compito di tenere alto l'orgoglio indigeno in NBL spetta adesso a Keanu Pinder (Cairns), in attesa dell'eventuale rientro in patria a fine carriera della gloria nazionale Patty Mills, così come la cultura maori ha un unico rappresentante nel play-guardia Izayah Mauriohooho-Le'afa, in forza a New Zealand.

Australia, Nuova Zelanda e Sudan del Sud: tutte e tre le nazioni indigene della NBL saranno ai mondiali.


Altre notizie
PUBBLICITÀ