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Il no azzurro di Hackett scatena su Internet la caccia alle streghe

di Redazione Pianetabasket.com
Fonte: Corriere di Siena

Poche righe per scatenare una gogna mediatica. Al centro del mirino Daniel Hackett, che secondo il comunicato diramato giovedì sera dalla Federazione ha informato "di non voler partecipare alle attività della Nazionale in preparazione per l'Eurobasket 2013". Una comunicazione scarna, arrivata agli organi di stampa poco prima delle 21, che però si è immediatamente allargata a macchia d'olio sulla Rete, dando il via a un'autentica caccia alle streghe e dividendo il popolo del Web tra colpevolisti e innocentisti. Moltissimi commenti, apparsi sui social network o sotto la notizia riportata dai siti specializzati, accusano il numero 23 della Mens Sana di essersi tirato indietro, di essere una persona indegna, di aver rifiutato una maglia che nessuno dovrebbe mai rimandare al mittente, di essere un viziato infastidito dalla presenza di Travis Diener e per questo intenzionato a puntare i piedi e a non aggregarsi al gruppo di Pianigiani per dispetto. La mancanza di spiegazioni nel comunicato ufficiale federale. Del resto, ha acceso la miccia, anche se, per fortuna dell'Mvp delle finali scudetto e della Coppa Italia, c'è anche qualcuno che sa la verità e ha provato a farla presente proprio dove gli insulti fiorivano a più riprese. Il no di Daniel Hackett è tanto semplice quanto doloroso, in ogni senso: i guai al tendine di Achille, che lo hanno afflitto nella seconda parte della scorsa stagione, sono tutt'altro che passati. Anzi, richiedono un intervento chirurgico per essere definitivamente debellati. Il ragazzo di Forlimpopoli si è presentato regolarmente al raduno della Nazionale, la settimana scorsa, poi ha avuto il permesso di andarsene per curarsi e tornare ai primi di agosto per seguire un programma di recupero per bruciare le tappe ed essere disponibile per gli Europei. Era la volontà anche dello stesso Hackett, ma il suo fisico ha reagito in tutt'altro modo e non è stato possibile rispettare la parola data. Alla nota della Fip, allora, bastava aggiungere qualcosa come: "per problemi fisici", e soprattutto usare "non poter" invece di "non voler". Piccoli accorgimenti che magari avrebbero mitigato la violenza e il numero degli attacchi, anche se con ogni probabilità non avrebbero evitato la pioggia di accuse all'uomo simbolo di una squadra che, in quanto troppo vincente, è ovviamente anche antipatica al resto dell'Italia che non riesce a mettere la testa avanti anche quando la realtà biancoverde non parte con i favori del pronostico. La Mens Sana, in tutto questo, ha vigilato per assecondare il volere del proprio tesserato, senza spingerlo né in una direzione né nell'altra, ma tenendo sempre presente quanto avvenne a German Scarone alle Olimpiadi del 2000: doveva essere l'icona di una Montepaschi che voleva diventare grande, invece affrontò l'avventura a Sidney non in perfette condizioni e tornò gravemente infortunato. La sua carriera ad alto livello, in pratica, fini lì. Nessuno vuole che si ripeta una cosa del genere, soprattutto se si può evitare.


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