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Serie A - Vitucci: "Brindisi ha provato ad addormentarci. Nonostante tutto siamo ancora in corsa"

di Pietro Battaglia

L’allenatore dell’Auxilium Torino, Frank Vitucci, crede ancora nel miracolo sportivo di una Torino che è stata in grado di riprendersi pur tra mille vicissitudini. Brindisi ha provato ad ipnotizzare la Manital, ma i gialloblù sono riusciti a fare propria la partita.
“Buona sera a tutti. Beh, per noi è sicuramente un’ottima vittoria. Contro una squadra difficile da affrontare che domenica scorsa ha vinto meritatamente con Milano. La partita aveva sicuramente un valore importante, ma non solo per la posta in palio. Per noi era una partita decisiva, era una partita ponte in cui eravamo obbligati a vincere per far sì che dopo un mese o più, dalla partita con Trento quando eravamo a -6 dalla penultima, il destino tornasse nelle nostre mani. E la nostra mission era riuscire a vincere in un momento in cui eravamo obbligati a farlo. Invece nel corso della stagione abbiamo lasciato per strada delle partite che avremmo dovuto vincere assolutamente. C’è stata una reazione da parte della squadra, che ora è in fiducia, è determinata e ci crede. E credeva, anzi credevamo, di poter fare risultato.
Per quanto riguarda la partita in sé, nel primo quarto abbiamo rischiato un po’, rimanendo sulla falsa riga di quello che era successo a Sassari. Il secondo quarto è stato quello decisivo. Nella seconda metà di gara abbiamo sofferto un po’, ma abbiamo trovato sempre i riferimenti che ci servivano, ma tutti hanno fatto un lavoro eccellente. Abbiamo segnato da tre, i tiri liberi, insomma … è stata una buona prova collettiva. Adesso dobbiamo mettere la stessa intensità e concentrazione di oggi anche nel lavoro che svolgeremo in settimana”.
Sul 15-14 ha chiamato un time out. Per dire cosa? “C’era un problema nel gestire il ritmo della partita. Loro erano molto bravi in quel momento a correre in attacco subito dopo ogni canestro subìto. Stavano giocando come sanno fare molto bene, facendoci addormentare in difesa e poi facendoci sfogare in attacco con un po’ di impazienza nostra. Il richiamo in realtà non è servito subito, ma poi finalmente hanno capito. Abbiamo fatto anche due o tre cose per aggiustare la difesa del pick and roll e in difesa su Banks”.
Dyson ha subìto un colpo alla mano, qual è l’entità dell’inforutnio? “Dyson è caduto di nuovo sullo stesso punto dolorante in cui si era fatto male due settimane fa, rimediando una contusione. Quella botta lì ha fatto un po’ più male del solito poiché è stata proprio nello stesso punto. Non si è lagnato particolarmente, quindi non deve essere nulla di preoccupante”.
Quanto è mancato prima, il Dyson delle ultime due/tre partite? “Eh, i numeri non dicono tutto, ma qualcosa dicono. Lui è un giocatore di talento. La sua perdita è come togliere Banks a Brindisi o il giocatore più importante di una squadra”. 
Torino era arrivata a -6 dalla penultima in classifica dopo la sconfitta a Capo d’Orlando. Cosa è cambiato? “Innanzitutto ci tengo a dire una cosa e la dissi già tempo fa. Anche quando abbiamo giocato male, per esempio con Varese, non è che ai giocatori non fregasse niente. Non è una squadra da ultimo posto in classifica questa qua. C’era una grande voglia comunque. Il club è stato bravo a non dare di matto e a tirare una riga. Poi, nel corso del campionato si presentano un sacco di situazioni. Per esempio affrontare oggi Cremona o Pistoia non è come dover affrontarle tempo fa. Il club è stato bravo a non squagliarsi e a capire che ci potevano essere dei margini di rimonta. A Milano si è già visto qualcosa. Poi, successivamente la squadra è stata brava”.
Nella partita di oggi, quando Brindisi si è riavvicinata, c’è stato qualche momento di preoccupazione? “C’era da aspettarsi una reazione da Brindisi. Non è una squadra che prende trenta punti, non è una squadra da non-reazione. Avevamo iniziato a restare troppo fermi. Poi, la differenza tra le due squadre è minima. Abbiamo buttato via qualche punto, ma siamo rimasti lucidi nel finale”.

Pietro Battaglia
 


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