C’è un problema Will Clyburn alla Virtus Bologna?
Will Clyburn, accolto a Bologna come la novità più importante della Virtus pronto a tornar a vincere in Italia, per ora è un campione in cerca d’autore. Un protagonista atteso, con pedigree e bacheca stracolma, che però fatica a imporsi nei primissimi capitoli della stagione.
La firma che doveva spostare gli equilibri sta ancora girando intorno al foglio, alla ricerca della sua traccia in un contesto che sembra fargli fatica più del previsto. E le prime crepe, inevitabilmente, si sono aperte alle prime partite della stagione in cui la Virtus aveva più bisogno del suo talento e del suo peso specifico.
Un episodio su tutti dà la misura della situazione: la sfida d’esordio di Eurolega contro l’Efes, la sua ex squadra, dove ci si aspettava che proprio lui, l’ex di turno, guidasse la riscossa. Invece, zero punti in diciotto minuti e quel quarto quarto decisivo, in cui l’Efes ha piazzato l’allungo vincente con l’ex collega Larkin, Clyburn l’ha visto tutto dalla panchina.
Scelta tecnica, ha spiegato l’allenatore, perché in campo c’erano altri con più gamba e ritmo in quel momento.
Ma il verdetto di un 67-76 che ha punito una Virtus incapace di trovare la via del canestro e ha lasciato un retrogusto amaro: il giocatore che doveva fare la differenza è rimasto a guardare, spettatore in uno show che non è mai decollato alla prima all’Unipol Arena.
Poi c’è stata la parentesi di campionato contro Pistoia, in cui la squadra ha girato senza troppi intoppi.
E qui, la novità: Clyburn, ufficialmente, a riposo, fuori per scelta e lasciato in tribuna.
Un segnale che forse dice di più di tante parole.
Perché, per un trentaquattrenne con qualche acciacco, proteggere il fisico è fondamentale, ma riposare ai margini dopo quel quarto seduto non è mai una buona notizia, specie per chi era arrivato per fare il leone e si trova, invece, a guardare.
Il dubbio che comincia a serpeggiare è se, al di là della classe e del nome, ci sia oggi abbastanza benzina per reggere il doppio impegno di campionato ed Eurolega con continuità.
Oppure è un semplice rodaggio nella speranza che già a Lione giovedì possa metter a tacere i primi rumori sotto i portici.
La Virtus, che aveva messo in Clyburn una parte importante delle sue fiches, si trova a fare i conti con la realtà di un giocatore ancora da svezzare per il basket bolognese.
Gli serve tempo, certo, ma quanto?
Perché attorno il mondo non aspetta, e un giocatore come lui, pagato per essere decisivo, è già sotto esame.
Dove può andare la storia è ancora tutto da scrivere, e se c’è una cosa che il Clyburn vero ha sempre dimostrato in carriera è la capacità di risalire la china. Alla Virtus serve esattamente quello: che il grande acquisto diventi il grande protagonista. Per ora siamo solo all’antipasto e le portate principali non hanno ancora sapore.
Non sarà mai un Milos Teodosic come qualcuno sperava in estate, ma non è neanche un turista in città, serve aspettarlo.