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LBA - Alta tensione a Treviso: «È il momento di dire basta», il duro comunicato dei tifosi

di Iacopo De Santis

La Nutribullet Treviso si prepara alla trasferta di Bologna ma non mancano polemiche da parte dei tifosi. Le riporta questa mattina l'edizione locale de Il Gazzettino: il gruppo dei Fioi dea Sud hanno annunciato che per protesta non seguiranno la squadra nella trasferta di domenica. Ieri è stato diffuso anche un comunicato per replicare alla lettera aperta dei presidenti di TVB Matteo Contento e del Consorzio Universo Treviso Marco Fabbrini. I Fioi definiscono la giustificazione dei problemi fisici sofferti nelle ultime settimane e citati dai due dirigenti «un'ode al piagnisteo e al vittimismo». Inoltre il quotidiano riferisce che "al centro della diatriba, tuttavia, è soprattutto lo striscione, mai citato esplicitamente, esposto in curva contro l'italianità della città di Trieste e dei triestini": frasi costate una sanzione da 4mila euro per discriminazione e odio territoriale e razziale e da cui nella lettera società e consorzio prendevano le distanze". Per i tifosi dei Fioi, «le rivalità sportive sono da sempre contraddistinte da partite che si giocano anche sugli spalti, con sfottò e goliardia, e non solo sul campo [...]» e l'episodio incriminato sarebbe solo «distogliere l'attenzione dalle vere problematiche».

Il caso Paulicap e le discussioni con Giofré
Nel comunicato i Fioi dea Sud hanno anche rivelato che dopo il ko contro Trento, alcuni dei tifosi sono entrati nel corridoio per discutere con il direttore sportivo Simone Giofré. E poi c'è il capitolo Pauly Paulicap, il cui nome è stato accostato negli scorsi giorni a Varese. TVB non vuole lasciare partire il giocatore. Ma al di là di questo la tensione resta alta: «... Bene, ora è giunto il momento di dire BASTA. Diciamo BASTA perché non ne possiamo più di tendere mani col risultato di venire anche presi per il cul*», ancora il riferimento alla lettere dei presidenti. «Tanto per cominciare, non seguiremo la squadra a Bologna. Lo dobbiamo in primis per rispetto verso tutti quei ragazzi che si sono sbattuti anima e corpo in questa anni, che ci hanno sempre seguito e continueranno a farlo, e che nonostante tutto quello che abbiamo passato e stiamo passando, sono stati letteralmente messi alla berlina». (QUI il comunicato completo).


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