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LBA - Frank Vitucci: «Mascolo trascinatore nato. Mi piace il suo entusiasmo e quella "cazzimma" tutta campana»

di Redazione Pianetabasket.com

Il coach della Nutribullet Treviso Frank Vitucci ha fatto il punto della situazione in casa NutriBullet dopo le quattro vittorie consecutive, che hanno permesso alla squadra di riequilibrare il record di vittorie e sconfitte a 5-5, occupare oggi l'ottava posizione in coabitazione con Trieste e Derthona e magari fare un pensierino (nascosto) alle Final Eight di Coppa Italia, che si decideranno nelle prossime cinque giornate in una intervista che appare oggi sul “Corriere dello Sport”.

Sguardo in avanti. “La mia prospettiva, ora, si ferma alla prossima partita contro Cremona. Dopo la vittoria i ragazzi, giustamente, festeggiavano. Qualcuno mi ha chiesto, visto che avevamo giocato sabato e avevo concesso la domenica di riposo, di non allenarci anche lunedì. "Appuntamento alle 12 del 9 in palestra" ho risposto. È vero, abbiamo una striscia aperta di quattro successi, ma a buttare via tutto ci si mette un attimo. Dopo il successo nella prima giornata contro Venezia ne abbiamo perse cinque. Un po' per colpa nostra, un po' per fattori esterni. Non siamo mai, dico mai, riusciti ad allenarci con la rosa al completo. Mazzola è fuori da due mesi, Harrison da uno. Potevamo attaccarci agli alibi, ci siamo affidati all'unica medicina possibile: il lavoro in palestra. La pallacanestro ha degli aspetti che non si possono spiegare razionalmente, con un calcolo matematico. I fattori che incidono sono molteplici”.

Vitucci ha a che fare anche con giocatori di grande talento e grande estro come Bowman e Macura. “Non sono uno che nella scelta dei giocatori va in cerca di guai, ma di sfide certamente si. Far uscire allo scoperto il potenziale dei giocatori che scelgo mi piace, sviluppando al massimo il loro talento. Abbiamo un budget importante ma non certo quello di un top club. Delle volte centri il bersaglio e altre volte sbagli. Non siamo infallibili”.
Parole di elogio anche per Bruno Mascolo. “Alla prima telefonata non avevo ancora finito di parlargli e praticamente era già in palestra da noi. Mi piace il suo entusiasmo e quella "cazzimma" tutta campana. È un trascinatore nato, come Harrison, generoso, un esempio per i compagni. E per questo gli si perdonano le volte in cui va un po' sopra le righe”.


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