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LBA - Jasmin Repesa: «Trapani, con la Virtus un momento importante»

di Iacopo De Santis

Dalla sala stampa del PalaShark, le parole di coach Jasmin Repesa verso l'esordio nella nuova stagione di Serie A contro la Virtus Bologna di domani, ore 20:00. «Ormai è tutto sold out da tempo, tanto entusiasmo, si è creato un'atmosfera stra-importante per provare a competere, fare il possibile, promuovere la regione e il basket italiano. Ci sono mille cose che potrei dire. Non voglio dire sia un momento storico, ma sicuramente importante. Per la nostra città, la società e tutti siamo emozionati e motivati per dare il massimo per fare una bella figura domani. Cosa mi aspetto dal PalaShark tutto esaurito? Vedremo, non ho mai giocato qua. Sicuramente mi aspetto tanto. Devo vedere e sentire. Speriamo avremo un campo davvero casalingo, con un pubblico da sesto uomo. Perché sicuramente aiuta avere una grande atmosfera contro un avversario importante».

Le condizioni della squadra e la Virtus Bologna
«Potevamo arrivare alla partita meglio, ma anche peggio. Alla vigilia della partita non ci possiamo mai lamentare, solo focalizzarci su ciò che ci aspetta. Non siamo gli unici ad aver avuto problemi in pre-season, la stessa Virtus Bologna era senza Grazulis, Cacok, Cordinier in Supercoppa. Ognuno ha i suoi problemi. Il loro roster è sicuramente più lunga, ma non voglio parlare degli altri. La situazione poteva essere meglio o peggio, ma ora dobbiamo dimenticarcene e dare tutto in campo domani. Loro sono una squadra importante, noi interessante [ride]. Sono fatta per raggiungere i playoff, coperti in ogni posizioni con due giocatori straordinari. Questo è il punto di partenza. Ci sono giocatori che possono giocare tre posizioni. Ma la differenza tra le squadre che giocano in EuroLega e chi non ci gioca è la fisicità. Hanno una squadra fatta per lottare contro avversari più grossi. Questa è la differenza principale, la fisicità. Per il resto la nostra è una squadra talentuosa, così come la loro».

Le caratteristiche della sua Trapani Shark
«Prima di tutto con pieno rispetto di tutti, vogliamo essere e entrare come squadra in campo. Ognuno deve dare il suo contributo, le cose che si chiedono a ognuno. Tutti possono dare contributo grande, o più piccolo, per arrivare a un risultato importante. Vogliamo essere una squadra vera, giocare insieme e provare a raggiungere il risultato migliore per noi.
A me non piace quando qualcuno dice: "questo giocatore non è adatto al suo sistema di gioco". Questo sono tempi passati, 30 anni fa. Oggi ogni allenatore deve avere qualità per adattarsi alle caratteristiche dei giocatori. Ci sono giocatori che sono capaci a creare vantaggi, o spostare difesa, e sicuramente si deve andare lì. Se ci sono giocatori più bravi in uscita dai blocchi, si va là. E così via. Si cerca il vantaggio. Il basket è andato nella direzione di una maggiore velocità in questi anni e creare spaziature. La squadra e il coach devono adeguarsi alla difesa per creare sempre spaziature nuove per avere un gioco fluido. Noi non siamo una squadra grossa e grande. Non abbiamo giocatori che spostano difese dal post. Abbiamo qualcuno che dalle uscite, come Galloway, può giocare a altissimo livello. E che con altri possiamo giocare in velocità. Ma prima di tutto dobbiamo mettere in difficoltà gli avversari muovendo bene la palla e creando spaziature».

Marco Belinelli e un suo appunto
«Già tanti che sono cresciuti con me hanno smesso. Penso a Datome, Mancinelli. Quando vedo Hackett, ha iniziato con me da ragazzino alla Benetton. Mentre Hackett con me alla Fortitudo. A 19 anni ha vinto lo scudetto avendo avuto un ruolo importante. Oggi si può solo sognare che un ragazzo possa contribuire a un risultato importante come ha fatto lui. Giocò 20 minuti in finale di EuroLega. Sono modelli ai quali secondo me dobbiamo fare riferimento. Non parlare di giovani a 25 anni».


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