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LBA - Un futuro tra grandi sfide, piccole novità e vecchie incognite

di Paolo Corio

L’uomo giusto, al posto giusto… nel momento sbagliato. Anche nella recente conferenza stampa di riepilogo della stagione di Serie A Umberto Gandini non ha mancato di evidenziare che il suo insediamento ai vertici di LBA è avvenuto il 9 marzo 2020, data destinata però a rimanere nei libri di storia come quella d’inizio del primo lockdown nazionale per l’emergenza Covid. L’impressione, comunque, è che il presidente della Legabasket non lo faccia per sottolineare che il giudizio sul suo operato non possa prescindere dalla situazione, ma invece per ribadire con professionale pragmatismo la situazione dalla quale deve oggi ripartire la nostra pallacanestro di vertice. A fotografarla, tra i diversi dati statistici della stagione appena conclusa, ci sono anche i 20 mila tamponi effettuati dai club nell’arco del torneo: un numero superiore agli spettatori presenti sugli spalti nella serie di finale tra Olimpia Milano e Virtus Bologna, che può essere preso a emblema di bilanci societari pericolosamente in bilico tra costi anche sanitari e mancati ricavi dal botteghino. 

Tra fine luglio e inizio agosto, dopo gli accertamenti Com.Te.C. e le relative pronunciazioni della Fip in merito all’iscrizione al Campionato, conosceremo (almeno in parte) l’entità dei danni sull’intero sistema, il cui primo obiettivo dovrà essere quello di non perdere pezzi per strada come appena accaduto con la Virtus Roma, così come evitare situazioni già viste in passato, con club che liberano i giocatori più forti a salvezza raggiunta regalando punti a chi ha la fortuna di incontrarli nelle giornate successive. Ne va della regolarità del torneo, ma ne va anche e soprattutto dell’immagine della Serie A agli occhi non solo degli stretti appassionati, come ben sanno quanti si sono ritrovati a spiegare agli amici calciofili il perché e il per come di un torneo in cui si sa chi parte e non chi arriva. Anzi, a volte nemmeno si sa chi parte, come sta ora avvenendo con l’incognita Torino, qualora dovesse vincere la sua finale di A2 contro Tortona. Tutti aspetti che Umberto Gandini ha peraltro ben presenti e ai quali spera di dare futura anche se non immediata soluzione con il famoso “Manuale per la concessione delle licenze” al quale LBA sta lavorando con determinazione dopo averlo approvato in assemblea lo scorso aprile. Tra le future sfide, per portata sul movimento questa è sicuramente la più grande, anche perché dovrà passare dal trovare la quadratura del cerchio con la Federazione, operazione non propriamente tra le più automatiche. Così come sarà fondamentale la partita giocata con il Governo (non solo da parte del basket) per far diventare strutturale il credito di imposta collegato alle sponsorizzazioni, senza le quali lo sport italiano non può pensare di stare in piedi.

A breve raggio, cioè per il Campionato 2021-2022, sono invece necessariamente piccole le novità previste. La prima riguarda la possibilità di proporre un calendario diverso nelle singole giornate tra andata e ritorno: un po’ per proporre una formula diversa (fermo restando che rimarrà invece invariata quella dei playoff, con sfide al meglio delle 5 partite per quarti e semifinali, al meglio delle 7 per la finale), un po’ per cercare di agevolare con trasferte più brevi le squadre impegnate nelle competizioni europee qualora dovessero arrivare in fondo alle stesse. Idea a quanto pare già avallata da tutte le società, anche se non ci stupirebbe veder poi scatenarsi le polemiche sul finale di stagione da parte delle piccole per aver dovuto incontrare una o più grandi nel “momento sbagliato”. Accettare senza strascichi di sorta la nuova formula, alla quale ci si è già peraltro dovuti forzatamente abituare nella stagione del Covid con quei tanti recuperi in modalità random, sarebbe allora una piccola dimostrazione di maturità e di unità di intenti che onestamente non ha molto contraddistinto la nostra pallacanestro negli ultimi anni.

Fronte promozione e comunicazione, nel periodo dello “sport da remoto” LBA si è invece giustamente impegnata sulla produzione di contenuti per i social raccogliendo 11 milioni di visualizzazioni nell’arco della stagione: un dato che spinge a riprovarci anche la prossima con rinnovata energia, nel tentativo anche e soprattutto di intercettare nuovi appassionati, specie tra i più giovani. Perché lo certificano anche gli ascolti dei vari player a pagamento: quella del basket italiano è una parrocchia che vanta fedeli appassionati, ma destinati a rimanere sempre le solite decine di migliaia se gli eventi non vengono proposti in chiaro (quando allora diventano diverse centinaia di migliaia) e magari anche fuori dai soliti confini. E se riproporre su una delle principali reti Rai la partita di Natale tra Olimpia Milano e Virtus Bologna è già sull’agenda di Umberto Gandini, il pensiero va anche già a come sfruttare la vendita dei prossimi diritti Tv (quelli a partire dal Campionato 2022-2023) per guadagnare in denaro ma anche in visibilità. Un’altra grande sfida da affrontare tra nuove idee e vecchie incognite. (Paolo Corio)
 


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