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LBA - Valerio Antonini: «Voglio andare in EuroLega e giocare con il Partizan quando conta»

di Iacopo De Santis

In occasione del XXI Premio Saturno, la Sicilia che Produce, il presidente della Trapani Shark Valerio Antonini è stato intervistato da Marco Civoli. Inizia parlando di Jasmin Repesa: «Ho affidato la squadra all'uomo che mi ha colpito. Sono convinto che sia un uomo straordinario e con valori straordinari. L'altro giorno mi ha chiamato perché il pullman della squadra era partito con 11 minuti di ritardo. Io gli ho detto: "coach siamo in Italia, non in Croazia, Serbia o nei balcani". Lui non era molto contento della mia risposta, aveva ragione. Questa disciplina, questa voglia di rispettare le regole fa le differenze tra chi vince e chi perde. Sono convinto che già dal ritiro i giocatori abbiamo capito che quest'anno c'è un vero allenatore, sergente di ferro, che ha in mano una grande squadra e sa benissimo che è stata data anche a lui la possibilità di fare una grande annata».

Esordio con la Virtus, sotto Natale a Milano e il nuovo palazzetto. «Sotto Natale a Milano? A portare il regalo a Milano: vero Jasmin?», esordisce con una battuta al coach. «Miglior esordio non ci poteva essere, ho letto che la Virtus ha dichiarato di concentrarsi quasi esclusivamente sull'EuroLega per via della missione pluriennale che stanno cercando. Ma credo che migliore occasione di questa per iniziare la Serie A non potesse esserci, anche per testare la qualità della squadra. Credo e spero che arriveremo a questa partita consapevoli che tutta Italia ci starà guardando. C'è un'attenzione mediatica senza precedenti sulla Trapani Shark che è qualcosa di incredibile. Credo che sia un regalo che ci è stato fatto dal calendario. Ringrazio la città per il record di abbonamenti. Però - e lo dico stasera - quello che ho già detto all'amministrazione comunale: bisogna fare immediatamente il palazzetto nuovo, da 8000 spettatori, perché io voglio andare in EuroLeague e giocare con il Partizan quando conta e non in amichevole. Ma l'amministrazione ci deve venire incontro».

La questione Fortitudo Bologna. «Ribadisco per l'ultima volta. Mi ha chiamato ieri un giornalista di un giornale del nord che voleva fare un'intervista solo su questo. Io gli ho detto che era un po' anacronistico, ormai di questa cosa tutti sanno tutto. Io con la tifoseria della Fortitudo non avevo assolutamente nulla, se non che prima di Gara 1 ricevetti una telefonata da un non so quale capo ultrà, che si definiva tale. Pretendeva che io dopo aver fatto pagare ai trapanesi quello che avevo fatto pagare lo facevo pagare a loro 10 euro. E io gli ho detto che per me poteva stare a Bologna. Questa è una cosa importante che non ho mai detto. Quando siamo stati a Bologna, visto che poi fui costretto a abbassare i prezzi per motivi di ordine pubblico, fu promesso ai tifosi del Trapani che sarebbe stata restituita la quota differenziale tra il prezzo pagato e lo sconto che noi avevamo applicato. Quei soldi non sono mai arrivati. Capisco che non abbiano le disponibilità che abbiamo noi, ma almeno restituissero quello che avevano promesso di restituire. E poi vengono a parlare con noi di civiltà».

Obiettivi. «Il mio sogno è la finale, farò di tutto nelle mie possibilità come presidente per portare questa squadra in finale. Abbiamo davanti un campionato difficilissimo, con grandissime squadre. Ma credo che se uno nella vita non ha ambizione, non va da nessuna parte. Se l'anno scorso non avessi avuto l'ambizione, la squadra non sarebbe arrivata da nessuna parte».
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