Trieste, Michele Ruzzier: «Bilancio super positivo, coach e dirigenza guardano sempre tutto con positività»
Il play della Pallacanestro Trieste Michele Ruzzier è stato ospite di "Alley Oop" su Revolution Media. Si parte dall'ultima gara contro Pistoia, nella quale il giocatore ha riportato un infortunio. “Sto bene, per fortuna. È la classica scavigliata, succede almeno un paio di volte all’anno. Più o meno penso tutti l’abbiano provata in carriera”, esordisce, passando poi a un bilancio della stagione fino adesso dopo il raggiungimento della Coppa Italia. “Considerando che siamo una neopromossa, direi un bilancio super positivo. Abbiamo raggiunto le Final Eight. Abbiamo lasciato forse qualche punto di troppo per strada, però alla fine aver raggiunto un risultato così, dopo una retrocessione, una promozione nel giro di due anni, è un obiettivo stupendo per la città e per la società. Speravamo nella Coppa Italia, ma è una cosa maturata di partita in partita. In più abbiamo un management e un allenatore americano che guardano sempre tutto con positività, mentre noi italiani tante volte vediamo più il bicchiere mezzo vuoto”.
Coach Christian e il sistema a stelle e strisce
“L’impatto l’anno scorso, credo specialmente per lui, è stato un po’ un po’ tragico, tra virgolette, proprio per la nostra mentalità. Lui cercava di inculcarci la mentalità americana, il fatto della possibilità di credere nel lavoro e l’anno scorso poi all’inizio i risultati non arrivavano. Però anche grazie a lui, grazie ad Arcieri, ha continuato a lavorare tanto su quell’aspetto e poi alla fine abbiamo vinto il campionato.
Abbiamo avuto la fortuna di firmare giocatori esperti, giocatori che sono già stati sia in Italia che in giro per l’Europa, quindi sono adattati più velocemente e credo che per loro trovare un ambiente americano, tra virgolette, gli renda tutto più facile e tutto più veloce. Anche l’integrazione in squadra e nella città, poi avendo anche tre giocatori triestini che gli fanno vedere le cose fa velocizzare il tutto. In tutto questo Jeff Brooks è fondamentale, oltre a fare da collante, dà sempre consigli. È un giocatore esperto, dà delle dritte agli americani, e a noi, quindi è uno di quelli sicuramente da ascoltare e poi in campo sta facendo la differenza. Sta giocando due, tre ruoli, è determinante con rimbalzi, punti, fa veramente un po’ di tutto. È il Jeff Brooks di prima di Venezia probabilmente sta vivendo una seconda giovinezza, è lui il primo a dirlo”.
La Coppa Italia raggiunta
“Negli ultimi anni la più forte probabilmente non ha mai vinto, a parte qualche raro caso. Credo che la Coppa Italia la vinca chi ha un pizzico di fortuna e anche di follia in determinati momenti ed è il bello della competizione che può vincere veramente qualsiasi squadra. Quindi come tutti andremo lì per provare a fare il colpaccio, poi io l’ho già vinta con Cremona, ed è un bel ricordo che mi porto dentro. Poi l’ha vinta l’anno scorso Markel Brown, l’ha vinta Jeff Brooks anni fa a Sassari, il nostro vice Taccetti l’ha vinta con Brescia. Quindi un po’ di esperienza in questa competizione l’abbiamo già”.
Il ricordo del successo con Cremona nel 2019.
“Avevo un po’ il sentore che saremmo arrivati fino in fondo, perché l’anno prima avevamo perso in semifinale, con Avellino ed eravamo arrivati carichi. Nonostante questo c’è un aneddoto divertente: io col preparatore di Cremona all’epoca, che è anche tuttora preparatore, Jacopo Torresi, avevamo prenotato prima un volo per Dubai che partiva la domenica, perché facendo dei vari calcoli, anche se fossimo passati il primo turno, il sabato avremmo giocato contro Milano. Allora abbiamo detto, insomma, prenotiamo che tanto… e invece poi abbiamo vinto. Il viaggio purtroppo è saltato ma abbiamo portato a casa la coppa”.