NBA - La storia unica di Joe Harris, dai Nets a Team USA
Underdog nella carriera e nella vita: per andare agli allenamenti prende ancora la metropolitana confondendosi tra la gente di Brooklyn e New York. La storia di Joe Harris sembrava finita dopo 5 partite della seconda stagione in maglia Cavaliers nel 2015-16. Ferita al piede, operazione, stagione finita. Ceduto ai Magic e tagliato, per sei mesi nessuno si fa vivo.
Arrivano i Nets e gli offrono un contratto al salario minimo. E ricomincia a salire a uno a uno tutti gli scalini del successo. Trova un posto in una formazione emergente, vince la gara del tiro da tre punti dell'All Star Weekend, poi si conferma come il tiratore più abile dietro l'arco della NBA e un elemento chiave del roster di Brooklyn con la sua media di 13,7 punti. Titolare: e potrebbe persino mantenere il suo posto l'anno prossimo a causa dell'infortunio di Kevin Durant.
E si aprono le porte di Team USA. All'inizio è uno destinato al taglio, poi infortuni e rinunce, e alla fine scopre di aver guadagnato il biglietto per la Cina. Anzi Gregg Popovich come il suo allenatore ai Nets Kenny Atkinson vorrebbero che fosse un poco più egoista. In fondo Harris è un gravo ragazzo che crede molto nel gioco di squadra, passare la palla e sacrificarsi l'un l'altro. Il prototipo del giocatore adatto a confrontarsi con il basket FIBA.