NBA - Tristezza a Golden State dopo gli schiaffi di Kings e Heat
Il momento è tragicamente severo, per una squadra che in campo non dimostra di valere tutti quei soldi buttati dentro il doppio livello di luxury tax e di quotazione della franchigia offerta da Forbes fin troppo generosamente. Eppure l'avversario della serata, quegli Heat in back-to-back forzatamente stanchi - in quanto reduci da un doppio overtime in quella Sacramento che a sua volta aveva affibbiato uno scarto di 30 punti proprio a loro, ai Warriors - sulla carta era quello giusto per rilanciarsi con una vittoria. Tanta tristezza al Chase Center: appena 98 punti segnati nonostante la solida prestazione di Steph Curry e l'odor di tripla doppia di Draymond Green. Attualmente al decimo posto nella Western Conference con un record equilibrato (18-18), i Warriors stanno scivolando indietro. Il commento di Steve Kerr, dalla sala stampa.
"Mi aspettavo più energia. A dire il vero, siamo in una crisi di fiducia: si vede, si sente", ha detto Steve Kerr dopo la seconda sconfitta consecutiva. "Non mi dispiace sbagliare i tiri, a meno che non influenzino la nostra difesa, il nostro atteggiamento. Al momento siamo piatti. Non c'è spazio per la pietà nella NBA, o nella vita in generale. Non possiamo lasciare che la delusione influenzi il nostro approccio alle partite. Dobbiamo fare il contrario: avere ancora più fuoco in noi. Sono deluso da questo: non c'era nessuno. Non avevamo voglia di lottare e senza di essa non abbiamo nulla. Dobbiamo riportarlo indietro. Curry? Continua ad essere brillante sera dopo sera, ma in fondo è un campione, un vincente, che vuole giocare ai massimi livelli, lo abbiamo visto a Parigi la scorsa estate. Ha difficoltà ad accettare il fatto che la squadra non sia competitiva in questo momento. Questa squadra ha il potenziale per vincere il titolo, ma non ci siamo ancora. Siamo competitivi ogni sera e siamo fiduciosi nella nostra capacità di combattere notte dopo notte. Ora, possiamo farlo per quattro turni dei playoff? Resta da vedere."