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Dan Peterson: «All'Olimpia serve un play puro alla D'Antoni»

di Redazione Pianetabasket.com

Un lungo editoriale di Dan Peterson oggi sulla Gazzetta dello Sport dopo il clamoroso ko dell'Olimpia Milano al Forum contro lo Zalgiris. «Le cifre e il risultato sono impietosi. Ma la cosa strana è questa: per 27 minuti l'Olimpia ha giocato una gara strepitosa, con atteggiamento super, andando sul 6437 quando mancavano tre minuti e 27 secondi alla fine del terzo quarto. Capire cosa sia successo dopo non è facile. Penso sia complicato anche per lo staff tecnico dell'Olimpia», scrive Peterson, che sottolinea la mancanza di un play puro. «Poi, il ruolo chiave: il playmaker. Ovvio, io avevo la fortuna sfacciata di avere il più grande di sempre, Mike D'Antoni. Oggi è tutto diverso: non solo l'Olimpia non ha un play "puro" come Mike per battere pressing, far andare il contropiede, far funzionare il gioco ed evitare i blackout: il punto è che quel tipo di giocatore (regista e non solo realizzatore) non esiste più. O quasi...»

Peterson ha anche parlato di quale effetto possa avere una sconfitta simile per il proseguire della stagione, ricordando il -45 contro la Scavolini Pesaro del novembre 1981 della sua Olimpia senza Meneghin, Gianelli e Gallinari. «Anche se suona strano, fu proprio quella sconfitta che ci fece diventare una grande squadra. Il motivo? Avevamo toccato il fondo! Eravamo sottoposti a critiche feroci, una situazione da "noi contro il mondo". Potevamo solo risalire e, come si sa, alla fine vincemmo lo scudetto battendo lo stessa Scavolini in finale». L'Olimpia di Messina deve provare a fare lo stesso.


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