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ESCLUSIVA PB - Andrea Diana: «Brescia è un trampolino di lancio»

di Alessandro Palermo
Andrea Diana, foto Cotugno

Brescia settima in classifica al termine del girone di andata, un traguardo prestigioso per una squadra neopromossa. Un piazzamento che probabilmente va al di là anche delle aspettative più rosee, un piazzamento forse pronosticato da nessuno in partenza. E pensare che dopo le prime 6 giornate di campionato, il bilancio di 1-5, coach Andrea Diana rischiava di lasciare la Leonessa. Cinque sconfitte ed una sola vittoria portano anche a cancellare in fretta i risultati della stagione precedente. Ecco perché, nonostante una storica promozione in Serie A, una piccola fetta di tifosi chiedeva l'esonero di Diana. Dal ko casalingo con Capo d'Orlando (89-90), che sancì proprio il quinto ko in sei gare, sono passati due mesi e mezzo. Non un'eternità ma a Brescia, quel momento così buio, è stato dimenticato in fretta. Da quel 6 novembre in poi sono arrivati solo sorrisi, con la Leonessa capace di vincere 7 delle successive 10 partite, l'ultima contro Pesaro 99 a 68.

Durante la conferenza stampa della PosteMobile Final Eight di Rimini, presso gli studi televisivi della Rai di Corso Sempione a Milano, abbiamo intervistato in esclusiva coach Andrea Diana. Di seguito l'intervista:


Nel suo intervento ai microfoni della Rai si è particolarmente soffermato sull'entusiasmo che si respira a Brescia, lo stesso ha fatto David Moss. I vostri tifosi possono diventare l'arma in più in vista di Rimini?
"Sicuramente l'entusiasmo aiuta. L'entusiasmo è energia e la pallacanestro è fatta di energia, dove ogni giocatore deve entrare in campo per dare tutto. Giocare con un pubblico come il nostro, che ti spinge da dietro, ti porta ad aumentare questa energia."

Cosa vi trasmette il vostro pubblico quando mettete piede sul parquet?
"E' un pubblico che trasmette positività e che sta anche imparando a vivere le sconfitte, rimanendo comunque vicino alla squadra, sostenendola ugualmente. L'entusiasmo del nostro pubblico, mischiato al lavoro in palestra, è un bel mix che ci sta portando ad ottenere grandi risultati. In campo questo fa la differenza."

A proposito di campo e di fare la differenza, uno che la sta facendo è Luca Vitali (19 assist lo scorso weekend). Si aspettava un Luca così dominante e così importante per la sua squadra?
"Ricordo ancora la chiacchierata che facemmo in estate, lì gli spiegai il nostro progetto e mi colpì subito la sua forte motivazione. Sicuramente aver passato la scorsa stagione infortunato, giocando soltanto 14 partite e saltando la Nazionale, lo ha portato ad avere grande motivazione interiore. Adesso ha risolto del tutto i suoi problemi fisici, ci sta dando una grande spinta e grande motivazione. L'esperienza di Luca non ci sta aiutando soltanto in campo, anche il club ne beneficia."

Vede in lui forse un senso di rivalsa?
"No non c'è rivalsa. Il suo obiettivo è soltanto quello di fare bene con Brescia e di riconquistarsi la maglia della Nazionale, se possibile. Io lo considero uno dei miglior playmaker italiani. Legge le partite come pochi altri, ha questa grande capacità."

Teme che questo entusiasmo e questa posizione di classica, al di là delle aspettative, possa trasformarsi in un qualcosa di negativo? In poche parole, secondo lei, la squadra può forse mollare il colpo? Mi riferisco soprattutto a livello mentale...
"Dal punto di vista mentale no. Sono tutti ragazzi vogliosi e determinati. Tanti vivono Brescia come trampolino di lancio per la propria carriera. Penso a Lee Moore, a Jared Berggren o anche a Marcus Landry - che è alla sua prima stagione in Italia - hanno tutti una forte motivazione interiore, oltre che di squadra. Chiaro, il campionato porta ad un dispendio di energie molto elevato. Ogni squadra vive momenti di up e down. Il momento down, quello delle sconfitte, va superato nel minor tempo possibile. Quella sarà la nostra chiave nel girone di ritorno ma, nell'insieme, si respira tanta positività."


Ringraziamo coach Diana e la società Leonessa Brescia per l'opportunità, intervista a cura di Alessandro Palermo. La riproduzione è riservata*
 


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