di Iacopo De Santis Fonte: Luigi Datome via Facebook
Un altro anno se ne va!
Cestisticamente parlando è stato un 2015 sicuramente intenso.
Iniziato a Detroit senza vedere mai il campo;
La parentesi in D-league. Un contesto molto sui generis. Ne avrei fatto volentieri a meno ma fu una scelta inevitabile e comunque posso dire di aver visto anche quella realtà;
La trade a Boston. L'incertezza iniziale di non conoscere i piani della franchigia su di me si è trasformata nei mesi più belli della mia esperienza Nba in una squadra che ha raggiunto i playoff e in cui io finalmente mi son sentito parte del gruppo.
Un nuovo numero di maglia che ormai sento mio e il privilegio di aver fatto parte della franchigia Nba più titolata;
La lunga estate di preparazione per la nazionale; due mesi e mezzo di preparazione individuale più il solito mese e mezzo di raduno con la squadra... E quella fitta all'adduttore che non mi ha permesso di dare una mano fino in fondo alla mia squadra.
L'aver imparato che gli infortuni fanno parte del gioco. E che il timing è decisivo non solo nelle spaziature.
La scelta di tornare in Europa, al Fenerbahçe.
Sono nel bel mezzo dell'ultimo capitolo e posso dire che sentirsi responsabilizzati non ha prezzo. A maggior ragione in una realtà così importante, con obiettivi così alti e con persone che tutti i giorni si incitano a vicenda per costruire qualcosa di importante INSIEME.
Fuori dal campo ci son stati momenti splendidi, altri molto dolorosi. Ma questa è la vita.
Le difficoltà non sono mancate ma si tiene sempre la barra dritta e l'occhio fisso alla meta.
Al 2016 chiedo che ci dia una mano affinché le difficoltà che dovremo superare dipendano solo da noi.
Basta guerre e malattie. Più lavoro e anche qualche botta di culo che non fa mai male. Chiedo troppo? Sicuramente sì, ma ve lo auguro di cuore.
Buon anno bella gente!
Saluti da una Istanbul innevata!